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Li] nell’azzurro. E quando Raffaello dipinge la Stanza della Segna-
na; tura, intorno all’occhio bramantinesco, eco novella del motivo di
Andrea Mantegna, ripete le divisioni in rettangoli e cerchi e
quadri, corniciate dallo sfavillìo di finti musaici. Non questa di-
visione di spazi esteriore e leggiadra, nell’arte di Michelangelo,
non le velate atmosfere correggesche, che infondono alla forma
leggerezza, sfumando colori sopra colori: la divisione ideata dallo
Fig. 503 — M.: Ebbrezza di Noè, nella Cappella Sistina.
(Fot. Anderson).
scultore è per travi e pilastri possenti, e il peso di essi e delle
statue che ne accentuano il movimento e il rilievo, incombe,
dall’alto, sulla vasta Cappella. Le luci, balenando a tratti su
1a; membra umane e su membra architettoniche, e accentuandone
rilievo e movimento, esaltano la vitalità di questa immane oOs-
satura, che uguaglia per energia scultoria le architetture delle
ono Tombe medicee e della cupola di San Pietro, tutte contrasti di
lone forme gravanti e di slanci elastici, di pilastri aggettati sui fondi.
mda che per contraccolpo s’addentrano.