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rivelano che un nuovo sangue scorre nell’arte prima povera e
rude di Sebastiano dal Piombo: il sangue vivificatore di tutta
l’arte veneziana sulla prima metà del Cinquecento. Giorgione è
passato, meteora luminosa, trascinando nella sua salita il pittore,
che non aveva inteso, traducendo le opere di Cima, il loro in-
canto di ingenuità schietta e di candore.
Specchio anche più fedele dell’arte giorgionesca, l’immagine
di San Sinibaldo (fig. 53), che risale al tipo del vecchio astrologo
nel quadro di Vienna rinunciando alla magnifica solidità sta-
tuaria del San Ludovico, s’allontana dal nostro sguardo e s’at-
tenua di rilievo, per meglio incorporarsi all’atmosfera lampeg-
giante della ricchia. L’ombra del cappello toglie al volto del
vecchio la compattezza delle superfici quattrocentesche, e una
scacchiera di luce gioca a trar bagliori d’argento e d’oro dalla
veste del pellegrino, dalle carni, dalle pareti corrusche della
nicchia.
Sempre più si afferma il giorgionismo nella pala di San Gio-
vanni Crisostomo (fig. 54), dove il massiccio colonnato avvolge
della sua ombra le figure grandiose del Santo Patrono e del
vecchio Santo a lui vicino, approfondendo il centro della scena
per il contrasto con la luce di tramonto che circola dal paese
a destra e con il chiaror fioco e vacillante dei marmi a sinistra,
dietro le tre regali immagini muliebri. La grandiosità archi-
tettonica dello scenario e la statuaria imponenza del gruppo di
Sante sono affermazioni chiare delle doti che diverranno pro-
prie all’eclettico Sebastiano, ma il motivo centrale d’ombra,
che isola l’immagine del Santo titolare e l’allontana dal nostro
sguardo; la luce di tramonto che avvolge di un’ardente nebbia il
paese e si riflette sui tasselli del pavimento; la posa del Santo
cavaliere, dimostrano come l’arte di Giorgione abbia aiutato il
pittore ad aprirsi la via. E se nella figura del Battista l’intento
di raggiungere un'espressione giorgionesca di abbandono spiri-
tuale conduce ad apparenze di languida fralezza, alle immagini
delle tre donne Sebastiano infonde, mediante la piccolezza delle
teste sugli ampli corpi, ia calma del fermo sguardo, la solennità