Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 3)

Hiovanni affermava ch’egli aveva 85 anni e il Vasari stesso fissa la nascita 
> libera- nel 1480, è possibile stabilire il 1477. Il Cook vorrebbe che ad 
Giove ce artificio, per spillare cioè denaro Tiziano aumentasse il numero dei 
? miches suoi anni; ciò è privo di fondamento dato che, se l’inviato spagnuolo 
| di luce ebbe l’impressione che Tiziano mostrasse meno anni di quello che 
pi diceva d’avere, ciò non presuppone il dubbio sulla buona fede del 
a ve pittore. Il quadro di Tiziano ad Anversa è certamente del 1502; 
‘Tiziano e nemmeno il Cook potrebbe dire, spostando tutta la cronologia, 
pienza” che quella sia opera di un tredicenne (Cfr. Lionello Venturi, Gior 
colo tri- gione e il giorgionismo, Milano, Hoepli, 1913). 
di An- 
Neva 1486 — All’età di nove anni fu condotto a Venezia per im- 
i pararvi l’arte e affidato ad uno zio che, secondo Ludovico 
tore "* a Dolce, gli diede a maestro dapprima Sebastiano Zuccato, poi 
ne I successivamente Gentile e Giovanni Bellini. Libero di sè 
so delle il giovine fu attratto dall’arte di Giorgione e ne divenne 
allievo. 
‘egorio L’Anonimo lo vorrebbe far giungere a Venezia un anno più 
_ tardi e attribuirebbe al giovinetto una precedente educazione arti- 
Lucia stica. Narra infatti un aneddoto secondo cui il fanciullo avrebbe 
zzetta dipinto sulla parete di una casa, una Madonna, adoperando succo 
> rife- di fiori; press’a poco ciò che dice il Ridolfi del Pordenone (Ridolfi, 
Le meraviglie dell’Arte, tomo I, pag 145). La Madonna identifica- 
- 243» bile con quella dipinta a fresco sopra un muro esterno di Casa Val- 
o della lenzasco a Pieve, mostra, stilisticamente caratteri spiccatamente 
1622, cinquecenteschi e per nulla l’impaccio di una mano infantile (Cfr. 
G. Cavalcaselle e J. A. Crowe, Tiziano, la sua vita e i suoi tempi, 
Firenze, Le Monnier, 1877, pag. 33-35, vol. 1). 
aviglie Così non è confermabile l’opinione del Lanzi (Storia della Pit- 
mo del tura, 1796) che, per primo ventilò l’idea che Tiziano avesse avuto 
libri 4, per primo maestro, in Cadore, Antonio Rosso, un maestro di terzo 
Terbert ordine che tra il 1472 e il 1502 eseguì vari affreschi nelle chiese 
polemica cadorine (Cfr. Cavalcaselle, op. cit., vol. I, pag. 35). a 
yy, LV, Il Vasari è più generico: riferisce che il maestro fu Giovanni 
j2-XXV, Bellini e che in seguito lo scolaro si pose ad imitare Giorgione (Va- 
« L’A- sari, vol. VII, pag. 426). Narra particolarmente Ludovico Dolce: 
ondaco «[lo zio lo pose] alla casa di Sebastiano, padre del gentilissimo 
erzione Valerio e di Francesco Zuccati... perchè esso gli desse i principii 
scrisse dell’arte. Ma da questo [Sebastiano] fu rimesso il fanciullo a Gentil 
agosto, Bellino, fratello di Giovanni; ma a lui molto inferiore: che allhora 
‘esso ai insieme col fratello lauorava nella Sala del gran consiglio. Ma Ti- 
‘enezia, tiano, essendo spinto dalla Natura a maggiori grandezze, et alla 
.gnuolo perfettione di quest’arte, non poteva soffrir di seguitar quella via
	        
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