Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 3)

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possanza di forme, l’impeto travolgente dell’Assunta de’ Frari; 
più piccola, più umile, porta ancora nei lineamenti le tracce della 
sofferenza umana, l’ombra della pietà. E l’atmosfera squillante 
del quadro de’ Frari si ottenebra in nugoli di tempesta: arde 
come un rogo la terra, nell’ora dell’addio. Gli Apostoli s’irra- 
diano dal sepolcro all’esterno, in una travolgente espressione di 
forza centrifuga, come respinti dall’orlo di un vulcano; e colle- 
gando l’immagine di Pietro, centro del coro, all’Assunta sulle 
nuvole, la spira della composizione si snoda rapida fra terra e 
cielo. Riflessi che s’incrociano da figura a figura, scoppi di luce 
sui volti ardenti e nell’ombra delle nuvole, squillano nell’etere 
come grida di addio. 
L’atmosfera agitata dell’Assunta di Verona circonda l’effigie 
di San Giovanni Elemosinario (fig. 140), dipinta nella chiesa di 
quel titolo a Venezia. Il vegliardo, alto, solenne, siede di sghembo 
sopra uno stilobate, e porge la moneta a un viandante appiat- 
tato nell’ombra, in un angolo. Nell’angolo opposto un chierico 
sostiene la croce, il cui vertice prosegue l’obliqua della figura 
ondeggiante sul vuoto, nel cielo burrascoso. È ancora la diago- 
nale del quadro, come nella Madonna di Ca’ Pesaro, ma senza 
quel saldo sostegno di masse architettoniche, più slanciata, più 
ardua, più tesa. 
Nel Martirio del domenicano San Pietro (fig. 141), distrutto da 
un incendio, tutte le qualità di movimento, di colore, di luce, che 
valgono a infondere una suprema grandezza scenica alla pala di 
Ca’ Pesaro, erano volte all’effetto drammatico. Anche dalla copia 
nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia immaginiamo 
quale violenza d’impressione dovessero sprigionare i torrenti di 
luce che scrosciavan dall’alto, i mulinelli degli alberi orlati di 
fiamma, il turbine che travolgeva piante nubi uomini tra i fuochi 
del cielo e la crudeltà della terra. Così nella Battaglia di Cadore 
(fig. 142), non solo i soldati ma le montagne intere si torcevano 
in convulsioni vulcaniche. 
Invece nella Presentazione al Tempio (fig. 143-144) (Acca- 
demia di Venezia), Tiziano non si preoccupa nè di movimenti nè 
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