Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 3)

— I) 
1527, settembre 24 —- Francesco Torbido è testimonio al te 
stamento della suocera di Lelio Giusti. 
I529 — Francesco Torbido abita in contrada di S. Vitale in- 
sieme alla moglie Angela, a due figlie, e a « Dominica uxor 
q. m. Liberalis ». Anche qui troviamo una conferma di quanto 
dice il Vasari, che cioè Liberale «avendo conosciuto il bello 
spirito di Francesco gli pose tanto amore che, venendo a 
morte lo lasciò erede del tutto, e l’amò sempre come figliolo ». 
1534 — Data degli affreschi nel coro della Cattedrale di Verona, 
condotti su disegno di Giulio Romano. 
1535 — Data degli affreschi nell’Abazia di Rosazzo. 
1536, luglio 10 — In un documento, il Torbido è detto « M.r 
Turbidus pictor qg. Marci de Venet. habitator Verone iam 
annis triginta septem vel circa ». 
1537 — Dipinge per l’abbazia di Rosazzo nel Friuli. 
1537, agosto 3 — Il pittore è testimonio, in casa Marioni, al 
testamento di Lelio q. Zenovello Giusti. 
1541 — Nell’anagrafe di S. Vitale vediamo che insieme al Tor- 
bido abitava, oltre la moglie Angela, anche la figlia Marghe- 
rita, con il marito Battista da l’Angolo, pittore che poi ebbe 
il nome di Battista del Moro, e tre figli. 
I541, dicembre 9 — È ancor una volta testimone ad un nuovo 
atto in casa Marioni a San Sebastiano. 
1545 — Nell’anagrafe di quest’anno è nominata tutta la fa- 
miglia del pittore, meno il Torbido stesso, che quindi doveva 
trovarsi fuori di Verona, probabilmente a Venezia. 
1546 — L’Aretino, scrivendo al Sanmicheli, dichiara che i ma- 
lumori sorti fra loro erano «via dileguati, in virtù solo del 
buon Moro ». 
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