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se I5I2, aprile 11 — Pagamento a Dosso, in Mantova, per « qua-
po «drum unum magnum cum undecim figuris humanis, positum
o «in camera superiori solis in palatio novo apud S. Seba-
i « stianum... » Questo documento, già scomparso dagli ar-
li chivî dei Gonzaga a tempo del Cittadella, è però riportato
” in tre versioni concordi, dal Pungileoni (Memorie del Cor-
u/ reggio, Parma, 1818), dal Coddé (Memorie Biografiche, Man-
i tova, 1837), e dal Conte D’Arco (Delle Arti e degli Artefici
e di Mantova, Mantova, 1857, vol. I, pag. 62).
in
LO 1516 — Sembra che Dosso sia a Ferrara, dove un documento
se del 26 agosto 1516 lo dice mallevadore di Ludovico Pre-
i vosti.
1n
n 517 — Cominciano con quest'anno i pagamenti ai due fra-
- telli nei Libri di Conti degli Estensi. La Mendelsohn (op. cit.,
pag. 9 e segg.) suppone che già prima di quest’anno Dosso
si abbia lavorato per il Duca. Lo attesta un documento pub-
4 blicato dal Campori (Notizie della maiolica, Modena, I87I1,
la pag. 21), secondo cui nel 7514 Cristoforo da Modena lavora
ta nel Castello ducale «a le stanze dove sta m° Dosso».
Inoltre il Vasari racconta che nel 7514 Tiziano dipinse
he un Baccanale a Ferrara in un camerino del Duca, dove già
di un altro Baccanale era stato dipinto da Giambellino e com-
I, piuto da Dosso.
a Poi, uno dei primissimi pagamenti all’artista, nei docu-
i menti pubblicati dal Venturi (7 due Dossi, in Arch. stor.
iù d. Arte, 1892, pag. 440) — tratti dai registri dell’Ammini-
li strazione estense, ora nell’Archivio modenese — è in data
i 13 novembre 1517: «per andare a fiorenza per faccende del
- Signore»; ed è verisimile che il Duca non desse incarichi se
non ad artisti di abilità già provata.
Un altro documento (ibid.), del 3 dicembre dello stesso
anno, si riferisce a 15 ducati d’oro fatti pagare a Dosso in
Firenze «per man de alfonso strozi».
I