Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 4)

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nè dalle perle una scintilla della limpida luce, che trasforma in 
brillanti gocce di rugiada quelle sfaccettate dal magico tocco 
veronesiano. Nel fastoso Ritratto di Dresda, come nella maggior 
parte delle sue opere, G. A. Fasolo, deviato dall’accademismo 
mantovano, mostra la sua natura poco mobile, torpida, la sua 
provinciale tendenza verso una ricchezza vistosa e greve, dove 
le note cromatiche del Veronese riappaiono impoverite, e gli sce- 
nari decorativi della scuola paolesca appesantiti, ingombri, in- 
grandiosati. Talvolta, tra quelle decorazioni pompose, macchi- 
nose, stampate in moduli di classicismo accademico, si rifugia 
qualche scintillante motivo barocco, qualche forma preziosamente 
allungata e snella, qualche scenetta rappresentata con timidezza, 
con ingenuità, fresche immagini vestite di chiari colori. Queste 
incantevoli scenette, vedute traverso luci di cristallo, come il 
primitivo Gruppo di famiglia, ci presentano nel suo aspetto mi- 
gliore il Vicentino troppo spesso confuso con l’agile, ardito, mo- 
dernissimo frescante G. B. Zelotti, del quale conserva ancora 
negli ultimi tempi, come si vede nella Probatica Piscina del 
Museo di Vicenza (fig. 728), la tipica frontalità del prospetto 
scenografico, composto di elementi palladiani. * 
1 Opere di Giovan Antonio Fasolo ricordate dal Ridolfi: 
Venezia, presso Michele Pietra, pittore: Un Principe seduto fra la Ricchezza, il Tempo e la Pru- 
denza, e accompagnato dalle Grazie. 
Vicenza, Sala del Capitano: Muzio Scevola innanzi a Porsenna, Orazio che difende il ponte. 
Curzio che si getta nella voragine. 
— Chiesa dei Servi: 1 Re Magi. 
— San Rocco: Miracolo della Piscina. 
— Casa Cogoli a Santa Corona: Una invenzione allegorica. 
— Casa Civena: La Virtù che scaccia il Vizio, Una Regina sedente fra aicune Dame e un Cavaliere. 
— Sala dell’Udienza del Podestà: Alcune Virtù, poi ricoperte da pitture a olio. 
Villa di Coldogno, Palazzo Coldogno: Affreschi in una sala, con alcuni Giganti a chiaroscuro 
che dividono varie Storie, fregi e capricci. 
VENTURI, Storia dell’Arte Italiana, IX, 4. 
te, 
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