Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 4)

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positura, lo abbia studiato davvicino per render l’aria rude 
dell’uomo d’arme; ma quella voluta disposizione toglie forza 
al cavaliere nell’ambiente irreale, in riposo, intento al suo 
pittore, che tanto con la scritta nello specchio del piedistallo, 
quanto con le rovine, cerca spiegare la natura del soggetto, 
timoroso quasi di non saperne esprimere la forte tempra, di 
non renderne il carattere indomo. 
Evidentemente furon creati al tempo stesso l’altro cavaliere 
del Museo del Prado (fig. 188), pur ritagliato a contorni serpen- 
tini sul fondo, e quello della Galleria Nazionale di Londra 
(fig. 189). Il primo s’appoggia a un rocco di colonna, e stacca 
sopra un fondo grigio a nicchia, diviso per lesene da un’absi- 
diola diruta con erbe tra le crepe. Ha un’espressione di noia, 
come di hi, per essere stato contrariato, stia in suspicione. 
Duri i capelli neri, bruno fulva la barba; greve collana al collo, 
in due giri massicci, di anella d’oro opaco, a vividi lumi sparsi, 
come gocce bianche. Il secondo ritratto qui citato mostra 
l’armigero tener l’elmo sopra una colonna franta, staccare sul 
fondo di vecchia muraglia grigia, da cui s'incurva un nicchione 
o un’abside in rovina. Il guerriero non tien pendule le mani: 
poggia la destra sull’elmo d’acciaio, con la sinistra stringe l’elsa 
della spada; e si volge, sogguardando al pittore che lo ritrae 
con le sue armi, pronto. alla tenzone, in quel mondo che va 
distruggendosi. 
Così continua Giambattista Moroni, intagliando con vigore, 
come nel metallo, i contorni delle sue figure, un po’ secco e 
rude, sino-al M. D.LX, data inscritta in un ritratto delle 
Pinacoteche di Brescia, di gentiluomo con colletto e maniche 
pizzettate, veste di velluto nero, che si rileva a linea serpen- 
tina sul fondo plumbeo di rovine (fig. 190). I contorni di pilastri, 
di conci, di pietre slabbrate, sbreccate, rotte, mostran sempre 
come il Moroni tema la conformità, l’uguaglianza, la stesura 
delle superfici, il tirato delle linee, la nettezza degli spigoli; e 
ami variar nel fondo le ombre per via delle curve degli edifici 
e del mutar dei piani. Le acutezze dei ritratti precedenti vengon
	        
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