Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

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. Un mantello chiude Se pensiamo al quadro di Angelo Bronzino nella Galleria di 
ronte: il nostro sguardo Brera, dove Andrea Doria ci si presenta in effigie di Nettuno, 
mano tesa e dal volto nudo, col tridente simbolico, la monumentale allegoria ci sembra 
ise, in tutto il Cinqgue- vuota retorica, in confronto a quest'immagine eccelsa, che, in 
pochi tratti essenziali, assume grandezza di simbolo. 
La possente vigoria di modellato raggiunta da Sebastiano 
in questi anni si riflette nel Cristo portacroce del Museo del Prado 
(fig. 35): visione d’immani volumi, erompenti dall’ombra del 
fondo verso la luce che li circoscrive e Ii squadra. Il gran casco 
del soldato, fulgido nell’oscurità del fondo, la testa petrigna del 
Cireneo, l’oppressa immagine del Cristo, la croce greve, che, 
tronca in alto e in basso dalla cornice, par s’estenda smisurata 
nello spazio, la veste a pieghe complesse e grandiose, le mani 
squadrate, costruiscono un blocco angolare, massiccio, che par 
sconfini dalla tela, nella sua rocciosa grandezza. Il vuoto, a 
destra, dove s apre la visione di Gerusalemme, del Golgota, 
della folla avviata al Calvario, aggiunge imponenza alla soli- 
dità del monumentale blocco. Par volino a festa le figurine pun- 
teggiate di sole sulla strada lontana, mentre nel volto brutale 
del Cireneo l’ombra affonda i solchi della pietà; nella testa del 
Cristo il martirio segna le impronte di una mortale stanchezza, 
di un’angoscia senza confini. 
Nel tramonto di fuoco, Gesù piega il capo sull’enorme croce. 
Le mani e la testa sembran cadere nell’ombra; gli occhi, chiusi 
sopra un’interna visione di dolore, le vaste orbite, son nidi d’ombra: 
anche il bianco della veste s’oscura. 
La stessa predilezione per la grandezza immane dei volumi 
ae si ritrova nell’abbozzo della testa di Clemente VII (fig. 36) (Pi- 
nacoteca di Napoli). Da un fondo azzurro-cinereo, esce, come 
schiarato da un po’ di luce, ancor avvolto da quella cenere, 
indezza sognato da Mi- il pontefice con volto canino. Questo troncone, nella sua mantella 
1nebre e imperioso, iso- di fuoco e nel berretto di fuoco, si volge a destra superbo, quasi 
nmantellato dalla gran iracondo, come per guardare a uomini e cose ingrate, da osservar 
1a grigia atmosfera: vi- bene nelle mosse spiacevoli, da dominar se possibile. La testa 
nell’eternità della pietra. bronzea è arrossata sul fondo plumbeo, riverberata dal fuoco 
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