strano tutta la raffinata sensibilità del Pontormo anche in questo
quadro ove son già sintomi di decadenza.
Il modellato ad ammaccature, che macera e intenerisce le
superfici nella pala del Louvre e nel quadretto Uffizi, si trova
anche nel gentile ritrattino di bimba della Cà d’Oro a Venezia
(fig. 100). Sulla riquadratura semplice del fondo, la fanciullina
in veste di velluto scuro, con un’infantile vezzo al collo, par
stia impacciata davanti al pittore che la ritrae; tiene una mano
penzoloni, incollata alla veste, e nell’altra stringe un cagnolo.
Pochi ritratti infantili del Cinquecento rispecchiano una sen-
sibilità più commovente e aggraziata. La bocca larga e tumida,
il naso rotondo, le guance morbide, hanno ancora la forma in-
decisa dell’infanzia; ma le labbra chiuse, la gran fronte convessa
sotto l’ombra aerea dei riccioli, portano impresso un suggello
di serietà presaga; e nei grandi occhi trema come il riflesso di
un’ignara mestizia. Anche il gesto esitante e ritroso s’accorda
con questa precoce gravità infantile, che par nasconda un oscuro
turbamento.
Il colore, indebolito nel quadretto dei Quaranta Martiri,
torna limpido e vivo nella Visitazione di Carmignano (fig. 101),
tra le più raggiunte espressioni dell’arte d’Jacopo. La scena è
composta sopra uno schema tutto nuovo alla pittura italiana:
un gruppo quadrangolare d’immagini allacciate da archi di
braccia e di stoffe, al limitare di una strada fiorentina: pareti
di case in penombra da un lato, una muraglia di cinta dall’altro,
definita con un senso così esatto e sintetico di volume da richia-
marci le architetture del Bramantino. Anche nella forma umana
è sparito il modulo di elegante lunghezza ed esiguità che l’aristo-
cratico Pontormo predilige negli affreschi della Certosa e nella
pala di Santa Felicita: anzi le due figure di primo piano sbocciano
in bulbi giganti, e le stoffe ne disegnano l’affusata rotondità,
anche dove, ricadendo, s’accartocciano e s’inturgidano. È chiaro,
nel grandeggiar dei volumi, un ritorno verso l'imponenza for-
male di Michelangelo; ma non v’è paragone possibile tra queste
forme tornite e lievi nella loro ampiezza, e le masse pesanti della
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