Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

strano tutta la raffinata sensibilità del Pontormo anche in questo 
quadro ove son già sintomi di decadenza. 
Il modellato ad ammaccature, che macera e intenerisce le 
superfici nella pala del Louvre e nel quadretto Uffizi, si trova 
anche nel gentile ritrattino di bimba della Cà d’Oro a Venezia 
(fig. 100). Sulla riquadratura semplice del fondo, la fanciullina 
in veste di velluto scuro, con un’infantile vezzo al collo, par 
stia impacciata davanti al pittore che la ritrae; tiene una mano 
penzoloni, incollata alla veste, e nell’altra stringe un cagnolo. 
Pochi ritratti infantili del Cinquecento rispecchiano una sen- 
sibilità più commovente e aggraziata. La bocca larga e tumida, 
il naso rotondo, le guance morbide, hanno ancora la forma in- 
decisa dell’infanzia; ma le labbra chiuse, la gran fronte convessa 
sotto l’ombra aerea dei riccioli, portano impresso un suggello 
di serietà presaga; e nei grandi occhi trema come il riflesso di 
un’ignara mestizia. Anche il gesto esitante e ritroso s’accorda 
con questa precoce gravità infantile, che par nasconda un oscuro 
turbamento. 
Il colore, indebolito nel quadretto dei Quaranta Martiri, 
torna limpido e vivo nella Visitazione di Carmignano (fig. 101), 
tra le più raggiunte espressioni dell’arte d’Jacopo. La scena è 
composta sopra uno schema tutto nuovo alla pittura italiana: 
un gruppo quadrangolare d’immagini allacciate da archi di 
braccia e di stoffe, al limitare di una strada fiorentina: pareti 
di case in penombra da un lato, una muraglia di cinta dall’altro, 
definita con un senso così esatto e sintetico di volume da richia- 
marci le architetture del Bramantino. Anche nella forma umana 
è sparito il modulo di elegante lunghezza ed esiguità che l’aristo- 
cratico Pontormo predilige negli affreschi della Certosa e nella 
pala di Santa Felicita: anzi le due figure di primo piano sbocciano 
in bulbi giganti, e le stoffe ne disegnano l’affusata rotondità, 
anche dove, ricadendo, s’accartocciano e s’inturgidano. È chiaro, 
nel grandeggiar dei volumi, un ritorno verso l'imponenza for- 
male di Michelangelo; ma non v’è paragone possibile tra queste 
forme tornite e lievi nella loro ampiezza, e le masse pesanti della 
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