all’antichità il suo ideale di pittore, e dalle belle fluttuanti forme
passò ai lustri delle superfici marmoree. A Fontainebleau, tutto
rinnova le glorie del mondo romano. Con il Rosso, il Primaticcio,
che sopravvenne un anno dopo, Niccolò dell'Abate, Benvenuto
Cellini, il Serlio, aprono alla Francia e all’Europa l’orizzonte della
classicità.
Il Rosso, fondatore della Scuola di Fontainebleau, non si
presenta, nelle pitlure della stretta e bassa Galleria di Francesco I,
guaste, ridipinte, in tutta la sua grandezza. Non si distingue
più ad evidenza, come avrebbe dovuto distinguersi, dal Pri-
maticcio, perchè oggi tutto prende un aspetto alla romana, una
intonazione coloristica neo-classica.
Dodici furono i soggetti degli affreschi nella Galleria di Fran-
cesco I a Fontainebleau, undici del’ Rosso; uno, con la rappre-
sentazione di Danae, in parte del Primaticcio. L’opera fu tra-
dotta in arazzo; e i cartoni furono eseguiti da Francesco Cac-
cianemici bolognese, Luca Penni, Gian Battista Bagnacavallo,
Claudio Badouin, Carlo Carmoy. Sei arazzi riproducenti gli af-
freschi si trovano a Vienna; e rappresentano Francesco 1 me-
cenate delle arti, Cleobi e Bitone, Adone morto e rimpianto da
Venere, la Fonte di Giovinezza (?), il Combattimento dei Lapiti
e dei Centauri, Danae.
Questi arazzi servono a interpretare gli affreschi guasti dal
tempo e raffazzonati dagli uomini.
In Francia finì il maestro ch’ebbe, come scrisse il Gamba,
«tanta modernità d’intenzioni, così modernamente espresse a
rapporti di colori e di mezze tinte, con sbattimenti di luce; pro-
prio come se il Rosso volesse rompere con le tradizioni fiorentine
a contorni precisi e a rilievo ottenuto col chiaroscuro, saltando
a piè pari più secoli di ricerche ». Parla il Gamba del quadro di
Mosè che abbatte i+ pittori medianiti, ed esemplificando quelle
generalità, soggiunge: « Quei nudi staccano l’uno dall’altro non
per forza di prospettiva di disegno, ma per la differenza di co-
lore dalle carni dei biondi e dei bruni, dei morti e dei vivi, dei
vicini e dei lontani, con una tal giustezza d’intonazione che i
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