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LA CRISI DELLA FORMA FIORENTINA.
LA VITA. - BIBLIOGRAFIA. - L’OPERA: Prime pitture derivate dagli esempi
di Fra’ Bartolommeo: la ‘“ Madonna con Gesù e Giovannino ” nella Galleria
Pitti, la “ Sacra Famiglia ” della Galleria Corsini. - Già si delinea in questi
due quadri la figura del pittore, che non ritrae del maestro l’eloquenza e lo
slancio, ma si vale delle sue caliginose atmosfere per esprimere una assorta
e intima dolcezza. - Passaggio ai tipi e alle pittoriche morbidezze di Andrea
nel delicato ritratto del giovinetto Carnesecchi, capolavoro del Puligo. - Prin-
cipio di decadenza nelle opere successive, sempre più velate d’atmosfera e can-
gianti di colore. - La grazia si fa ricercata, languida; sempre più stanca, este-
riore, la maniera del piccolo maestro. - Così nel quadro del Museo Civico di
Pisa e più tardi nella « Madonna con Gesù, Giovannino e una Santa Martire ”
nella Galleria Pitti. - Capolavoro di questo periodo la ‘“ Maddalena ’”” attri-
buita ad Andrea nella Galleria Borghese.
1492 — Nasce a Firenze da un Bartolommeo di Domenico de-
gli Ubaldini, fabbro ferraio, e da Apollonia d’Antonio di
Giovanni orefice. La data di nascita, assai posteriore a quella
data dal Vasari, si desume da una portata all’Estimo del
contado di Firenze, nella quale, nel 1504, Bartolommeo di-
chiara che suo figlio ha dodici anni (Cfr. MILANESI, Commen-
tario alla vita del Puligo, in: VASARI, Le Vite, Firenze 1878-81,
vol. IV, pag. 471-472. Dalla vita vasariana derivano, quando
non vi sia altra indicazione, le notizie che seguono).
Sta prima nella bottega di Ridolfo Ghirlandaio, in seguito
diviene amico ed imitatore di Andrea del Sarto.
[523, 8 dicembre — Data leggibile su un ritratto virile nella
raccolta Cooper a Panshanger, attribuito al Puligo con molta
probabilità (C. GamBeA, Rivista d'Arte, VI, 1909, pag. 279).
1524 — Va a Prato con Andrea del Sarto che sperava di avere
la commissione di una tavola per la Madonna delle Carceri;
invece fu affidata a Niccolò Soggi. (VASARI-MILANESI, V,
pag. 44, e commentario a pag. 71).
Fa parte della compagnia « del Paiuolo » (Ibid., VI, pag. 609).