Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

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donne che si abbracciano, del melodrammatico Scipione, del 
lanciere romano che par declami sulla ribalta di un teatro di 
burattini. È una comicità non voluta, ingenua, infantile. È 1a 
moglie di Dario, damina imbellettata, nella posa dell’adultera 
che sta per essere giudicata da Cristo, guarda di sSottecchi, con 
graziette d’educanda. Il tipo beccafumiano, gentile, agghindato, 
flessuoso, tutto moine e vezzi, s’impersona in quest’ingenua 
d’ improvvisato teatrino comico. E il colore, che s' arroventa 
nelle figure controluce rischiarate da lampi, e imbeve di rosso 
l’ombra calda che le avvolge, si fa lieve, chiaro, per dar l’ultimo 
tocco di leggierezza alla gentile bamboletta senese, vestendola 
dell’aria cilestrina, che avvolge il fondo stinto d’acque, d’alberi 
e di colli, così lieve, così evanescente da smarrirsi nella bianca 
nebbia del cielo. In questo gioco di levità atmosferiche, come 
nella visione delle tre rocce sull’altura a destra, di moderno sin- 
tetismo, il mimo dell’ingenua rappresentazione storica esprime 
a un tempo le sue doti di virtuoso dello sfumato e di sicuro im- 
pressionista. 
Son circa di questo tempo due tavolette, tra i più belli esempi 
d’improvvisazione pittorica del Beccafumi, entrambe ora nella 
Casa Duveen: la Fuga di Clelia (fig. 249), visione di leonardesca 
rapidità nello slancio frenetico dei cavalli e delle donzelle, abboz- 
zati con nervosa rapidità di segno, e nel moto volubile della luce 
e dell’ombra che disgrega le forme. Tra gli impalpabili veli di 
bruma che avvolgon la campagna indecisa, danzano gli atomi 
d’oro delle frondi; e i fusti esigui degli alberi, solo in alto spruz- 
zati di verde, s’intonano a quella fantastica leggerezza di terra 
e cielo. Il passaggio dalla forma corrosa e spumeggiante della 
donzella in distanza, che guarda verso i campi, a questa visione 
atomica di paese, è quasi insensibile, mentre la città a sinistra, 
in penombra, è resa con un gusto speciale di sintesi volumetrica. 
Così nell’altra preziosa tavola Duveen (fig. 250), ove, come 
spesso nei dipinti a piccole figure, l’arte del Beccafumi ci si pre- 
senta nel suo aspetto migliore, la figuretta a strascico della Santa, 
lieve come sospiro, senesemente melodiosa 1ell’eco. ancor gotica
	        
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