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Gesù al Limbo (fig. 259), agli effetti fantasmagorici del quadro
di San Michele che incalza gli angeli ribelli. Anche ora par
volga lo sguardo a qualche visione fiamminga allucinante, e
pur fondendo nel più arido accademismo gli esempi del Sodoma
e di Raffaello, cerca lo spettacoloso, l’orrido: apre dietro il Cri-
sto un cupo grottone infernale; chiude la folla come fiumana
straripante, fra erte scogliere di roccia; e tra le rocce sbreccate
e le mura cadenti fa salir nelle tenebre bagliori corruschi, ri-
flessi di vampe infernali. Tutto riluce: il sottarco del voltone
che s’apre sopra un fondo lontanamente leonardesco di scogli
e d’acque, i blocchi d’alabastro della ruina dietro l’aspra figura
del ladro portacroce, il bianco stendardo che raccoglie in sè tutto
il chiarore del cielo incandescente, i veli d’Eva, snodata bambo-
letta, il sudario di Cristo come esigua lastra di marmo venato, il
suolo a strati marmorei. I lumi vividi, a sprazzi intensi nel-
l’ombra, percuotono e abbagliano la sostanza traslucida del
colore, che ha anch’essa, ora, qualcosa del nordico smalto.
Si ravvivano le impressioni dell’arte di Fra’ Bartolommeo
nella bella pala dello Sposalizio di Santa Caterina, dipinta per
la chiesa di Santo Spirito a Siena e ora nella raccolta Chigi-Sa-
racini. I tipi della Vergine e dei putti serbano chiara l’impronta
raffaellesca; ma la disposizione a scala dei Santi, la monumen-
talità voluta delle pose, il gesto declamatorio di San Paolo se-
duto sui gradi del trono, gli angioletti col baldacchino su in alto,
sono altrettanti riflessi dell’arte grandiosa di Fra’ Bartolommeo.
Tuttavia, pur seguendo l’esempio del Domenicano, il pittore
senese imprime alla composizione, più del solito misurata ed
equilibrata, il suggello della propria singolare personalità nel
ritmo ondeggiante delle linee che si snodano attorno al gruppo
sacro, e nel capriccioso saltellar delle luci, che dànno alle figure
ristrette e fluenti apparenze di torce accese nell’ombra densa
di un tempio. Esempio tipico di liquefacentesi forma beccafu-
miana è la figura di Santa Caterina, in quel guizzo di fuoco fatuo
del manto fluente che tutta l’avvolge. Anche il volto della Santa
quasi si nasconde nell’ombra rarefatta da barbagli. La gamma