4/4 =
telle, impresse sopra un comune stampo da scatole di profu-
miere. Dalle grotte nel basso, aperte bocche di fuoco, sale il ri-
flesso delle vampe a incendiare di sotto in su, a sprazzi, la figura
dell’arcangelo Michele, le ampie ali, la spada fiammante; l’E-
terno, invece, è illuminato dall’alto, dal chiarore dell’Empireo,
che pesa sulla massa greve e l’addensa. Anche il gesto di male-
dizione, teatrale come suol essere nel Beccafumi, s’impietra
gravato da quel peso di luce. Attorno a Michele nuotano angioli
vagamente illuminati; più lontano precipitano ribelli come fa-
lene ardenti; ardon le rocce attorno lo Stige; s’irradian le fiamme
dalle fornaci dell’Averno. In basso, ai lati di Lucifero, che par
uscito da un quadro del Bosch, nel riflesso dei fuochi infernali,
son gruppi sparsi di figure in effetti di controluce o di luce radente,
tra cui bellissimo il nudo a sinistra, con qualche richiamo a Mi-
chelangelo nell’atteggiamento di risorto che stia per levarsi
dal suolo. Il riverbero delle fiamme che accendono il demone
sale dal basso e di sbieco sul nudo serico, mentre la testa fosca
e il casco della chioma han per isfondo il suolo incandescente
della caverna. Come in poche altre opere, in questa il Becca-
fumi dà libero sfogo al suo amore per gli effetti fantasmagorici
di razzi scoppianti nelle tenebre, di luci bengaliche accese a
sprazzi e spente d’un tratto; e vi s’accorda il colore artificioso,
intenso, con splendori di gemme, con strane iridescenze, con
improvvisi trapassi dalle note più acute del giallo, del verde
smeraldino, dell’indaco, ai pallori dell’opale e alle sfumature
delicate del viola. Lo spettacolo pirotecnico s’avviva per quei
colori d’arcobaleno.
Quest’esaltazione dell’effetto pittorico mediante il violento
dibattito delle luci con l’ombra si ritrova nei grandiosi Evan-
gelisti entro nicchie della cattedrale di Pisa. Accanto all’imma-
gine di San Luca (fig. 272), in rigido verticalismo, impietrita
dalla luce, quella di San Giovanni (fig. 273), avvolta dalle vesti
fiammee con pieghe colanti come di lava, sembra rifletta nel
bianco degli occhi, per la violenza drammatica del distacco di
luce dall’ombra, l’orrore degli incendî apocalittici. Solo tra-