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e il fondo è ripartito da una forte massa architettonica a sinistra
Le e dal paese veduto traverso l’arcone di destra. Alla maniera del
Sodoma maturo, il colore liscio riluce per schiarimenti e oscura-
menti continui: l’albero cupo, frondoso è contro il paese in luce,
di tramonto; la colonna di caldo alabastro stacca dall’ombra
dell’arcone a bugnato; tra ombre lampeggiano la figura del Santo,
la sua veste verdazzurra dal timbro metallico proprio al Sodoma,
i gradini corruschi. Ogni cosa: marmo, carni, vesti, montagne,
è tirato a lustro, forbito, dalle luci metalliche.
Nella figura della donna in primo piano, il modulo formale
del Sodoma si appesantisce, ma il fanciullino tra le sue braccia,
e il piccolo mendico seduto, vengon diretti dalla Farnesina; e
le figure son modellate con giustezza, come certo non sa lo sca-
dente pittore sodomiano del Noli me iangere del Museo di Reggio.
Tuttavia manca al dipinto il velo delle atmosfere del Sodoma,
e qualche particolare lascia scorgere la povertà dell’aiuto, le pie-
ghe meccaniche, ad esempio, della gonna muliebre, la folla con
vesti a spiegazzi, confusa e arruffata nella predella. Notevole è
in questa, come nella pala, l’architettura del loggiato, ove appare
un'elegante figura muliebre in vesti a strascico. Nell’insieme,
nonostante qualche dissonanza dall’arte del Sodoma, la pros-
simità a questo maestro è tale da indurci a credere che la compo-
sizione del Sant’Omobono fosse già per intero preparata dal
Vercellese.
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VENTURI, Sioria dell’Arie Tialiana, NN, Ss:
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