Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

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e il fondo è ripartito da una forte massa architettonica a sinistra 
Le e dal paese veduto traverso l’arcone di destra. Alla maniera del 
Sodoma maturo, il colore liscio riluce per schiarimenti e oscura- 
menti continui: l’albero cupo, frondoso è contro il paese in luce, 
di tramonto; la colonna di caldo alabastro stacca dall’ombra 
dell’arcone a bugnato; tra ombre lampeggiano la figura del Santo, 
la sua veste verdazzurra dal timbro metallico proprio al Sodoma, 
i gradini corruschi. Ogni cosa: marmo, carni, vesti, montagne, 
è tirato a lustro, forbito, dalle luci metalliche. 
Nella figura della donna in primo piano, il modulo formale 
del Sodoma si appesantisce, ma il fanciullino tra le sue braccia, 
e il piccolo mendico seduto, vengon diretti dalla Farnesina; e 
le figure son modellate con giustezza, come certo non sa lo sca- 
dente pittore sodomiano del Noli me iangere del Museo di Reggio. 
Tuttavia manca al dipinto il velo delle atmosfere del Sodoma, 
e qualche particolare lascia scorgere la povertà dell’aiuto, le pie- 
ghe meccaniche, ad esempio, della gonna muliebre, la folla con 
vesti a spiegazzi, confusa e arruffata nella predella. Notevole è 
in questa, come nella pala, l’architettura del loggiato, ove appare 
un'elegante figura muliebre in vesti a strascico. Nell’insieme, 
nonostante qualche dissonanza dall’arte del Sodoma, la pros- 
simità a questo maestro è tale da indurci a credere che la compo- 
sizione del Sant’Omobono fosse già per intero preparata dal 
Vercellese. 
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VENTURI, Sioria dell’Arie Tialiana, NN, Ss: 
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