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1526, maggio — Ritratto di Andrea Doria, che alla fine di questo 1528 8
mese si trovava a Roma. Forse identificabile con quello nella itato
collez. Doria, a Roma. pi ale
Il 29 maggio, l’oratore dei Gonzaga scrive da Roma: « N. $. 29,
volse che prima chel [Andrea Doria] partesse de quì se facesse d’Este:
retrare a Sebastiano che è pittore ex.mo et $. $.tà ha voluto il lente qu
retratto appresso sè, che è signo che lo amore che li porta » (A. triverent.
LuzIO, Isabella d’ Este e il sacco di Roma, Milano 1908, pag. 118; haver in
v. anche la recensione di ADOLFO VENTURI in L’Ar/te, XII, 1909, ch'egli i
pax 10) di
1526, 2 giugno — Leonardo a’ Michelangelo (FrEY, CCLX, pa- ; Il 6a]
; ; : ; : il ritratt
gine 282-83): «... {Sebastiano] a ritratto el papa, che piu uj He
piacerebe che non fece Antonio Francescho [degli Albizi] ». Sepastiai
Siccome Sebastiano dice in seguito (1531, v. più oltre) di aver quindi cl]
ritratto Clemente VII, senza barba, prima del sacco di Roma L’ultit
(1527), quest’opera deve identificarsi con uno dei due consi- LR
mili ritratti papali ricordati dal Vasari, uno già in possesso qualî'era
di Girolamo da Schio, vescovo di Vaison, oggi perduto, l’altro, (v. per t
più grande, oggi conservato nel Museo Nazionale di Napoli.
1528 — È
1527, maggio — Sacco di Roma. Sebastiano si rifugia presso la VENI
corte papale in Castel S. Angelo. aa
V. lettere all’Aretino, del 15 maggio (BrAaGr, op. cit., pag. 30) Jucianio
e senza data (BOTrTARI-TICOZZI, Raccolta di lettere sulla pittura, chivio di
scultura e architettura, Milano 1822-25, T. III, pag. 188), nelle
quali Sebastiano gli dice che il Papa ne rimpiange la lontananza. À due
1527, 6 agosto — Lettera dell’Aretino da Venezia al marchese o
di Mantova (Leilere, Parigi 1000, 1, pag. 13 verso; e Bor- ii ‘
TARI, vol. I, pag. 534). Sembrerebbe da questa che Sebastiano maggio 1
fosse già a Venezia dove, nel 1528, lo ricordano documenti il testame
(v. più oltre). Però è poco probabile, perchè nella primavera G. Lunw
di questo anno, come vedremo, si trovava ad Orvieto.
1529, 2 mar
«..... Ho detto a Sebastiano Pittor’ miracoloso; che il desiderio a Roma
vostro è, che vi faccia un’ quadro de la inuentione; che gli piace,
pur che non ci sien’ sù chietarie (sic), egli ha giurato di dipin- Mezzo de
gerui cose stupende: il quando mo’, si riserba in petto de la fan- lasciateg]
tasticaria, la qual gareggia spesso, spesso con i pari suoi. Io sol- marchese
lecitarò, brauarò, e sforzarò: onde ho speranza; che se ne uerrà (GAYE, ©
a fine ».