Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

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VOSizra anno il Palazzo era appena terminato, nè posteriore al 1512 
Hana perchè allora Pandolfo Petrucci morì (VASARI, op. cit., vol. VI, 
ri di- pas. 310). 
I5IO, 5 settembre — Insieme a Girolamo di Benvenuto, Giacomo 
inise Pacchiarotti, Girolamo di Giovanni del Pacchia, il Genga 
stette stima una tavola fatta alla cappella dei Vieri in $. Francesco 
fui fu di Siena da Pietro Perugino, e precisamente la Natività della 
ache Vergine distrutta nell’incendio del 1655 (v. MILANESI, Docu- 
she/dì menti per la Storia dell’ Arte Senese, Siena, Porri, 1856, vol. III, 
RI A., pag. 47). 
I5I0 — Dipinse la tenda dell'Organo del Duomo di Siena, rap- 
Dei presentandovi La Resurrezione. L’opera, per il cui Genga ebbe 
d’oro 100 scudi, è falsamente attribuita al Sodoma (VASARI, op. cit., 
Maso vol. VI, pas, 316, nota I). 
dello 1512 — Morto in quest'anno Pandolfo Petrucci, il Genga lasciò 
sser, Sjena e tornò ad Urbino, dove Guidobaldo Secondo lo trat- 
eo la tenne a lungo, facendogli dipingere « barde da cavallo, che si 
volta usavano in que’ tempi, in compagnia di Timoteo da Urbino » 
. do- (VAsart, vol. VI, pag. 310). 
Vita 
San: 1513 — Il Genga da Firenze va a Cesena. 
1513-1518 — Per il vescovo di Cesena, Girolamo Marchesi, l’ar- 
’jetro tista lavora a più riprese la pala dell’altare maggiore della 
enza, Chiesa di $. Agostino, «in cima della quale è una Annunziata, 
sap- e poi di sotto un Dio Padre, e più a basso una Madonna con 
’ e il un putto in braccio in mezzo ai quattro dottori della Chiesa: 
sog- opera veramente bellissima e da esser stimata » (VASARI, 
cit., op. cit., vol. VI, pag. 318). Ne ebbe un acconto il 17 dicembre 
1516, l’intero pagamento il 18 marzo I5I8. 
ap: 1514 — Segue Francesco Maria d’Urbino a Mantova (THIEME). 
juale . : i ’ 
te è I5I6, 27 febbraio — Avendo Girolamo Marchesi da Cotignola 
tti i dipinto la pala per l’altare maggiore del Duomo di Rimini, 
fe fa il Coda e il Genga stimano la pittura 85 ducati (CARLO Grr- 
GIONI, Girolamo Marchesi e Girolamo Genga a Rimini, in 
testo L'Arte, 1910, pags. 202-203).
	        
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