1549 — Dipinge per Santa Maria del Popolo a Perugia (oggi
in Pinacoteca) la parte superiore di una tavola a olio, infe-
riormente opera di Lattanzio Pagani. Altri la dicono del
1539, ma il Marrorr:1 (Lett. pittoriche perugine, p. 249, nota)
la dà finita il 16 luglio 1549.
I554 — Mercè il Vasari è liberato dal bando. Il Vasari era
allora ai servizi di Cosimo I.
I554, 28 settembre. (Cfr. FROSINO LAPINI, Lettere toscane, 1556,
e. III, 155). Ha finito di decorare a Firenze il Palazzo di mes-
ser Sforza Almeni in via dei Servi, angolo via del Castellaccio,
con pitture allegoriche della vita umana, oggi scomparse;
di esse aveva dato disegni il Vasari. Tali affreschi erano esi-
stenti al tempo del CINELLI (1077, Bellezze di Firenze, p. 404)
ma in cattivo stato, mentre trent’anni prima si mantenevano
discretamente.
1554 — Stando in casa di messer Bernardetto de’ Medici, fa
per lui «in un canto del giardino due storie di chiaroscuro »
col ratto di Proserpina, Vertumno e Pomona, Termini e Putti.
Perdute.
1554, autunno — Col Vasari a Cortona, nella Compagnia del Gesù,
dipinge «1a volta e le facciate, in fresco ». Anzi l’opera (che
esiste ancora) è quasi tutta di Cristoforo, «non avendovi
fatto il Vasari che certi schizzi, disegnato alcune cose sopra
la calcina, e poi ritocco talvolta alcuni luoghi». Nella volta
fece la Trasfigurazione, la Conversione di San Paolo, Cristo
al Limbo: nelle lunette, Storie del Vecchio Testamento.
1555, gennaio — ‘Tornano ambedue a Firenze.
I555, gennaio — Cominciano in Palazzo Vecchio la Sala degli
Elementi. Di Cristoforo sono, là, imprese di Cosimo I (teste
di capricorno e testuggini con la vela), fregi, festoni, ecc.;
figurette e un paese nella Nascita di Venere i tre. Ciclopi;
sei ovati sulle porte; Mercurio e Plutone tra le finestre. Segue
la Camera di Opi, in cui al Doceno spettano le quattro
Stagioni nel soffitto, fregi, e i quattro leoni del carro di Opi.
Nella Camera di Cerere dipinge putti e festoni, e nel soffitto
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