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e di Sant’Jacopo in Campo Corbolini a Firenze, appartengono
allo scorcio del ‘500, mentre dopo il 1601 la sua attività si svolge
a Palermo, Vizzini, Mineo, Messina ed Enna. Non soltanto nei di-
segni del Paladino si nota il persistere della tradizione di Andrea,
ma anche nelle pitture del periodo siciliano, come può vedersi
nella notevole Assunzione della Chiesa madre di Enna, nel gruppo
ispirato degli Apostoli (fig. 464) *.
il 20 maggio 1556 altri legnaiuoli si obbligarono ad apprestargli una tavola da dipingere.
(Cfr. sul pittore: DI Marzo, Delle belle arti in Sicilia, Palermo, 1862; COSENTINO, in Arch.
Stor. Siciliano, 1913; ScanLIa, Dipinti messinesi postantonelleschi, in Rassegna d'Arte, 1913;
MATRANGA, Nuove attribuzioni di dipinti nel museo di Palermo, in Boll. d'Arte, 1909.
+ Bibliografia su Filippo Paladino: LANZI, Storia Pittorica, I, pagg. 265-266; DE Mor-
RONA, Pisa illustrata, t. II, pag. 303; RICHA, Chiese fiorentine, t. II, pag. 304; FRANCESCO
ToLomgEr, Guida di Pistoia, 1821; DI MARZO, in Arch. stor. Ital., t. IX, 1882, pag. 173;
E. MAUCERI, Due volumi di disegni di Fil. Paladino, in Boll. 'A., IV, pag. 386.