di quella vitalità delicata e timida che è propria allo squisito
rievocatore della grottesca romana. Fra cartelle e cammei e zone
ricamate, si stendono, sulle volte delle sale di villa Giulia, quat-
tro specchi dipinti a figure, come quattro arazzetti a tinte non
sempre intonate, ma di piacevole effetto per la gamma chiara
e fresca del colore. Nelle composizioni, il modulo formale di
Perin del Vaga ci appare tradotto in una convenzione stuc-
chevole di forme allungate e a un tempo ridondanti e grassocce:
le silfidi dello scolaro di Raffaello in Castel Sant’Angelo si tra-
sformano, nella danza di Diana con le Ninfe (fig. 504), in grasse
comari contorte e svenevoli, agghindate con pretesa e discinte:
campione la ragazzotta suonatrice di cembalo.
Le stesse massaie rotonde e imbottite si vedono nelle altre
scene della leggenda di Diana, volgare prosa desunta dai poemi
di Raffaello, dove Taddeo si studia di raggiungere qualche vi-
vezza coloristica, accentuando il contrasto fra il primo piano in
ombra e lo sfondo sommerso in un diffuso chiaror latteo. Così,
nell’episodio di Callisto, alle forme soffici e intenerite dall’ombra
succede una delicata lontananza opalina.
L’affresco ove meglio s’accordano i due principî di colore
e di forma chiaroscurata con intento plastico è quello che rappre-
senta un convito di ninfe servite da Amorini nell’aperta campagna
(fig. 505), musaico di motivi raffaelleschi, ove la pretesa classica
degli atteggiamenti statuari, spesso desunti dal Parnaso nella
stanza della Segnatura, e la sorridente volgarità della immagini,
si perdono nell’armonia della composizione fresca, lieve, gioiosa,
come di fiorito arazzo. Par che il bonario Zuccari ci faccia pre-
gustare un brano di decorazione secentesca, alla Pietro da Cor-
tona, in questa trama compositiva a figure sparse, a moti leggieri
e ariosi. Così può dirsi dell’affresco entro una targa di altra sala,
adorna di raffaellesche Cariatidi, ove, anzi, le figure muliebri,
meno ridondanti, ingentilite, aggraziate, compongono, insieme
col paese fiorito, un brano d’Arcadia, quasi settecentesco !. Alle
1 Negli affreschi di Villa Giulia, Taddeo ebbe l’aiuto di Federico.
Sr?