Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

deo). 
Federico sono 
co): 
Federico) (An- 
LA TRADIZIONE DI RAFFAELLO. 
(Taddeo). 
I 
liti da ‘Taddeo. ; ; o 
po Seguaci degli ZUCCHERI: G. B. RICCI da NOVARA, 
GIANBATTISTA POZZI IL VECCHIO, CHERUBINO 
ALBERTI, CESARE NEBBIA, MICHELANGELO 
CARDUCCI da NORCIA, GIO. GIACOMO PANDOLFI 
Federico, 16 € 
co, 1651 e NICCOLÒ TROMETTA da PESARO, VINCENZO 
e BARTOLOMEO CARDUCCI o CARDUCHO 
on aiuti, 1551) 
Federico). 
LA VITA. - BIBLIOGRAFIA. - L’OPERA. - CATALOGO DELLE OPERE. — 
Di Giovan Battista Ricci da Novara, che unisce elementi ricavati dallo Zuc- 
cari ad altri rimastigli dal nativo Piemonte. - Di Giovan Battista Pozzi il 
Vecchio, con caratteri lombardi predominanti. - Di Cherubino Alberti, che dà 
1564). maggiore importanza all’elemento architettonico nella decorazione. - Di 
Cesare Nebbia, scolaro del Muziano, che assume affinità col manierismo degli 
al Papa (1583- Zuccari. - Di Michelangelo Carducci da Norcia, che segna l’aberrazione del 
gusto pittorico a cui giunse l’Accademia michelangiolesca-raffaellesca. - Di 
altri due scolari pesaresi degli Zuccari, Gio. Giacomo Pandolfi e Niccolò Tro- 
metta: il primo passa presto al Barocci, il secondo raggiunge un’espressione 
decorativa sua propria, lontana da quella degli Zuccari per sensibilità lineare 
e cromatica. - Infine, di Bartolomeo è Vincenzo Carducci o Carducho, fratelli, 
condotti da Federico Zuccari in Ispagna, OVe rimasero a diffondere la civiltà 
artistica italiana di transizione. 
Gian Battista Ricci da Novara (1545-1620) !, in due affreschi 
sulle pareti della cappelia di San Marcello al Corso, che ha sopra 
l’altare la capricciosa invenzione della Natività di Maria dipinta 
da Cecchin Salviati, lascia scorger le impronte della sua origine 
lombarda anche traverso l’imitazione del manierismio romano e in 
particolare di Federico Zuccheri. Il goffo moretto a destra in 
vesti policrome e il gruppo calligrafico degli angeli adoranti a 
1 1] Della Valle e il Ticozzi ricordano come anno di nascita del pittore il 1545. Durante 
il pontificato di $isto V venne quarantenne a Roma, € fu « dichiarato sopraintendente d’al- 
cuni lavori di pitture operate per quel Papa, e specialmente sopra le dipinture, che furono 
fatte nel palazzo di Montecavallo » (BAGLIONE). Riceve il 22 giugno e il 12 luglio 1591, 
insieme con Galeazzo Guidoni, 100 scudi a buon conto di lavori di pittura del Boschetto 
e della camera di Gregorio XIV in Vaticano. In quell’anno stesso, associatosi a Giovanni 
IV 
i 8.
	        
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