Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 5)

aguzzi e crani idrocefali, mani legnose. Incapace di girar le figure, 
l’impacciato manierista fa ciondolare come in un ex voto il braccio 
con l’aperta palma di Maddalena in ginocchio. Soltanto il ritratto 
di gentiluomo a sinistra verso la colonna, dimostra come, abbando- 
nando la stampa dei grandi modelli, potesse trovare qualche im- 
pronta di energia il pittore che par darci, nella fosca Resurrezione 
di Lazzaro, un infimo esempio d’acquaforte colorata, tanto le 
ombre e i chiari incidono i lineamenti delle maschere umane !. 
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Giovanni Giacomo Pandolfi da Pesaro?, scolaro di Federigo 
Zuccari, risente, più che di questo maestro, del Barocci, nei nu- 
merosi quadri d’altare che eseguì in patria, tra gli altri nel 
Crocifisso con Sanii del Duomo di Pesaro, indicato dal Voss come 
opera principale baroccesca. Ne diamo l’esempio a dimostrare che 
il pittore varcò i confini del manierismo dello Zuccheri (fig. 546). 
Il conterraneo Niccolò Trometta (1550 c.-1620)! fu tra i 
migliori scolari di Federigo Zuccari, e fu stimato dal Barocci, di 
cui risentì nella colorazione l'influsso. Nell’Ultima cena (fig. 547) 
della chiesa del Sacramento a Pesaro, egli segue uno schema di 
rigorosa simmetria costruttiva, disponendo in fuga prospettica 
la mensa, i colonnati del tempio, l’abside con l’altare, e sospen- 
dendo a perpendicolo sulla mensa l’Eterno e gli angeli entro 
disco raggiante. L’asse mediano del dipinto passa traverso la 
figura del Padre Eterno, della Colomba e del Cristo, che diven- 
tano i cardini della scena eucaristica. Lo spazio angusto del 
quadro, che costringe il pittore ad assiepare gli Apostoli intorno 
! Il catalogo delle opere si compone brevemente così: Norcia, chiesa di San Benedetto, 
quadro qui descritto e riprodotto; Spello, Chiesa della Misericordia, affreschi; Spoleto, 
cappella della $$. Icona: decorazione della volta, di cui restano pochi frammenti. 
2 Si hanno scarse notizie del pittore, cui si dà il merito d’aver iniziato nell’arte $Si- 
mone Cantarini. È vantato come abile disegnatore (Voss, op. cit., IL 470). Ne è parola 
in G. VACCAJ, Pesaro, Istituto arti Grafiche, Bergamo, pag. 102. Il catalogo delle opere è 
breve: Pesaro, Duomo: tavola con S. Giorgio e San Paolo (LANZI, II, pag. 99) nel braccio 
sinistro del transetto, e il Crocifisso con Santi qui riprodotto; Pesaro, Oratorio del Nome 
di Dio: Storie del Vecchio e Nuovo Testamento (zona superiore a colori. inferiore a chiaroscuro. 
Son ricordate dal LANZI, dal Vaccay e dal Voss). 
3 Gli autori citati che ricordano il Pandolfi, fanno anche menzione del Trometta. 
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