IV.
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LA TRADIZIONE DI RAFFAELLO.
IL CAVALIER D’ARPINO
LA VITA. - BIBLIOGRAFIA. - L’OPERA: Eclettismo disordinato negli aîf-
freschi della Certosa di San Martino a Napoli, ove accanto agli elementi del
manierismo romano di stampo raffaellesco-michelangiolesco, si scorge lo studio
d’imitare venete composizioni. - Falsate reminiscenze di Tiziano, nel ‘“ Cro-
cifisso””’ della Certosa di San Martino. - La volta della cappella Olgiati
in Santa Prassede di Roma, ove si nota il passaggio da forme di decora-
zione fiorentina ad altre di stampo manieristico romano. - Esempi tipici
della maniera del Cav. d’Arpino: il “San Giorgio ” a Zagabria. - Il “ Ratto
d’Europa” nella Galleria Borghese in Roma. - Sfacelo dell’arte cinquecentesca
nella decorazione pittorica della cupola di Michelangelo. - L’eîfigie di Pro-
spero Farinacci in Castel Sant’Angelo, ove Giuseppe Cesari, non solo dimostra
di non saper trovare, nel campo del ritratto, l’accento del vero, ma perde
anche l’esteriore vivezza di qualche sua opera decorativa. - CATALOGO
DELLE OPERE.
1540 — Nasce Giuseppe Cesari ad Arpino.
1553 — A 13 anni dipinge una Fortuna sulla facciata d'una
casa a Piazza Navona in Roma.
1582 — Dipinge un Sansone a chiaroscuro nella Sala vecchia
dei ‘Tedeschi appartamenti di Gregorio XIII in Vaticano.
Molti altri lavori fa a Roma al tempo di Gregorio XIII:
Fregi e storie a fresco nei soffitti dell’appartamento del
Pontefice al palazzo del Quirinale. Altri affreschi nel chiostro
della ‘Trinità de’ Monti; nella chiesa dei Fate bene Fratelli
(Storie della Vergine, ora distrutte); in $. Maria della Mi-
nerva (scomparsi).
1585 — Dopo la morte di Gregorio XIII, eseguisce per Sisto V
le pitture del Palazzo di $. Giovanni in Laterano.
1589, 28 giugno — Dipinge a fresco la volta del Sancta Santorum
nella Certosa di $. Martino a Napoli.