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it aarve (ne SRAIOQY_ AOQOVE COn Plant dd. Sai AL ;
Maare (bg. 530), dove, con l’aiuto di essi, le figure prendono
Rai dopettto di Iarialie 1r1descenti sul tondo CuUupo. »1 sente ox rundue
fin 1 arti1icC1O, ila Convenzione d eleganza. 1]l predon 1inio de 112 virtuo-
na È Eni = Doe fe e pie: - E SEI SN Az ita 1ICtUO-
“aa »ila SUL SCHULINEeNntO € sula lIantasia stessa, che ormai troppo
da è da, tipete e cincischia la eeftila Trivalo so ai :
po Li pelle - LI1UCISCHIaAa 1a 8 INTE IT1V0]1eZ/ a delle Sue immaoini fio-
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| IilC. Ual morbido cartone, dove nel truscio dell °mbra e della
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Duomo è Fig. 520 = Urbino, Duomo. Federigo Baroccio: Ultima Cena.
;netiziore (Fot. Anderson).
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Lutta grazie civettuole e artificiose, è un incolmabile distacco,
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per lo stesso che è fra lo studio per la testa della Vergine a2l1i Ulfizi
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e l'altra colorita nel quadro.
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Nell’ultimo periodo della sua attivit di il Baroccio torna a
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prediligere gl1 accord1 di 110910 e oviallo pallido e sopra essi fonda
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una delle sue opere più ricche di vita fantastica: la Santa Mi-
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chelina sul Calvario (fi2.: 531), ove non è sfozzio di tinte, ma