Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

energia di San Bernardino si oppongono in contrasto quasi tra- 
gico. Il libro, saldo tra le mani di questa immagine impressa di 
volontà e di tristezza, è come il fulcro della bilancia segnata dalle 
due figure contrapposte di Santi. 
Il colore, qui nella sua originaria freschezza, vibra come il 
segno agile e nervoso. Il giallo agro della tunica di un angelo si 
liquefà in rivoli piatti tra un rosso di carminio e un pallido lilla; 
in basso, i grigi di lava delle tonache sfaccettate e del cubo mar- 
moreo ravviva l’intensità dei gialli e dei rossi vermigli. Le ali 
degli angioli, glauche, completano l’effetto cromatico, sentito 
con ingenuità e con schiettezza proprie di toscano quattrocen- 
tista. 
Le ombre addensate menomano la preziosa limpidità dell’ef- 
fetto cromatico in un’altra bella composizione del Lilli, prossima 
di tempo a questa, la pala raffigurante il Martirio di Santo Ste- 
jano, con l'apparizione del Cristo risorto (fig. 534). Il Santo dia- 
cono agonizzante, abbattuto dagli aguzzini, fissa lo sguardo in 
alto, affascinato dalla celeste visione, mentre un fitto popolo 
di Santi adora il Cristo, seguendo il gesto indicatore lanciato da 
due angeli fra balzi acrobatici, di cui si compiace il Lilli, sempre 
gradasso e spiritato. La concezione retorica risponde al 
gusto dei tempi, come la ricerca dello spettacoloso, che le figure 
esprimono dando la scalata al cielo. Erto sul consueto posticcio 
piedistallo di due nuvole, il Redentore, giunto al culmine, come 
preso dall’ebbrezza delle vette, guarda abbagliato al sole. L’at- 
teggiamento è teatrale, e gli angioli ballerini, similissimi a quelli 
nella pala del Museo, accentuano lo slancio verticale dell’asciutta 
figura, ritagliata in ombra trasparente sulle nubi e sui razzi di 
luce che si sprigionano dal cielo. Caratteristici di questa pala 
sono i profili dei volti acuminati e asciutti, specialmente di quello 
di Santo Stefano, che forma con i due aguzzini il gruppo più 
considerevole del quadro per la sua sfaccettata e nervosa sagoma 
(fig. 535). Un realismo acuto, pungente, s'imprime nel volto ac- 
ciaccato d’ombre del manigoldo che atterra il Santo e nel baleno 
dello sguardo; vi si nota, come nella sfaccettata struttura del
	        
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