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dell'Inferno, in canzone fiorita. Sant’Andrea, che nella Sistina
grava con l’atletica forma sulla gran croce come per configgerla
al suolo, par che a ‘Todi si libri nell’aria sollevato dal simbolo di
martirio come da un’ala. San Sebastiano, che nel Giudizio di Mi-
chelangiolo impugna le frecce come il Dio della tempesta il ful-
mine, par stia, nell’affresco del Fenzoni, per gettare fiori, e il
gruppo tonante dei tubicini, addensato dal Buonarroti in nembo
massiccio, si apre sulla nube a festoni, leggiero e sparso come
tralcio di fiori. La stessa tornita figura di donna che un demone
afferra per trasportarla nell’abisso, con le chiome a raggiera,
dà l’idea di un fiore che il vento abbia rapito dal tralcio. Anche
Raffaello non è dimenticato dal pittore, che nel gruppo delle
Sante, in una figura veduta da tergo, lascia facilmente ricono-
scere l’ispirazione dal Parnaso delle stanze Vaticane, mentre
nell’immagine estatica di Santa Caterina in ginocchio presso la
Vergine, e nel moto arioso delle sue stoffe sfaldate, mostra
qualche impronta dell’arte di Federigo Baroccio, ricordato anche
dal colore fresco e rosato, meno cangiante di quello del Fiori
perchè generalmente steso su forme tornite e lisce.
Come negli affreschi di Santa Maria Maggiore, il significato
dell’arte di Ferraù Fenzoni è qui puramente ornamentale: e ad
esprimerlo egli spiega virtù di architetto, di seguace del Genga,
che indubbiamente ebbe parte notevole nell’educazione di questo
intelligente eclettico. Il tondeggiar di forme, la trama di curve
su cui si svolge la composizione, serbano un riflesso del maestro
urbinate, sebbene più fioco di quello che appare nelle opere di
Ferraù Fenzoni in Romagna; e l’abilità costruttiva, volta anche
essa, soprattutto, all’effetto decorativo, si spiega nell’arte di
dispor le figure intorno e sopra la porta, di cui forman vivente
cimasa, e intorno alla vetrata dipinta dell’occhio aperto nella
parete d’ingresso. Gli angioli con gli strumenti della Passione
ne seguono il moto; e dalla metà del disco si slancia in alto un
volo di cherubi a raggiungere il nodo serico di due grandi angioli
con ali spiegate sotto l’arco della parete. Per archi si disegnano
le schiere dei Santi e della Corte divina, in linee strappate sul