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trattistico. Tutta la cura è posta dal pittore a individuar le fi-
gure; a specificarne i lineamenti, lo sguardo corporeo ampio, i
dignitosi panneggi. A differenza del Vanni e del Salimbeni, egli
si studia d’evitare la dispersione compositiva, di coordinare, con
metodica freddezza, figure, gruppi, architetture, in un insieme
di compassata regolarità, di ordine schematico. Il capriccio de-
corativo dei barocceschi senesi non l’attrae: egli sfugge la metalli-
cità delle sfaldature di Francesco Vanni come le vibrazioni del
colore di Ventura Salimbeni e la sua ricerca di preziosismi lineari
e cromatici: le sue superfici son polite, levigate, non senza certa
oleografica lucentezza. Cerca la pompa decorativa nel gruppo
di figure tagliate dalla cornice in primo piano, ove un drappo
gira alla baroccesca sopra una spalla, e in una testa di giovi-
netto con tonde palpebre abbassate stampa qualche carattere tipo-
logico di Federigo Fiori, visibile anche, sebbene alterato da
certa impronta manieristica alla Zuccari, nel gruppo di putti
graziosamente allacciato.
La predilezione senese per le superfici accarezzate e alleg-
gerite da veli di luce e d’ombra può scorgersi nella tunica di Santa
Caterina e nella veste di raso del gentiluomo da tergo, chino da-
vanti al pontefice. Ma ben poco sopravvive della linea studiata,
elegante, e della speciale virtuosità pittorica propria ai baroc-
ceschi senesi, in questo maestro che porta a Siena, sulle pareti
dell’Oratorio di Santa Caterina, il rigore, la freddezza, le com-
passate qualità costruttive dell’accademismo romano, traendo
piuttosto dagli Zuccari che dal Baroccio gli elementi della sua
maniera, più misurata di quella dei primi, ma anche più povera
di qualità personali.
Nel Martirio di San Bartolommeo del 1604, dipinto per la
chiesa del Carmine a Siena (fig. 630), il Casolani mantiene le
sua qualità di costruttore misurato e diligente, pur animando,
con la complessità dei piani e la sfaccettatura dei gruppi, il me-
todico ordinamento delle figure nella Cerimonia della Consegna
di Roma al Pontefice. Anche la disposizione obliqua del Santo,
i cui piedi sfuggono sul piano del patibolo soprelevato da gradi,