CARLO RIDOLFI.
1594, I aprile — Nasce in Lonigo Carlo Ridolfi, figlio di un Marco
sartor e di Angela Boschetto.
1607 — Fanciullo tredicenne, Carlo Ridolfi viene condotto a
Venezia, e posto allo studio dell’Aliense, dove restò cinque
anni.
1628 — Va a Verona, e copia la Cena del Veronese a San Nazaro.
I63I1 — A Spineda nel Trivigiano, dove si era rifugiato per
sfuggire la peste che infieriva a Venezia, dipinge una pala
con la Vergine e i Santi Domenico, Antonio e Clara.
1645 — Da Innocenzo X il Ridolfi viene fatto Cavaliere Aurato
Pontificio.
1646 — Dà termine alle Meraviglie dell’Arte, che pubblica due
anni dopo.
1658, 5 settembre — Muore in Venezia.
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Sul principio del Seicento Carlo Ridolfi dipingeva la grande
tela dell’Adorazione de’ Magi per la chiesa di $. Giovanni Ele-
mosinario in Venezia (fig. 85), dimostrando come il suo valore
di storico s’accompagni a una stucchevole mediocrità artistica.
La composizione è tratta da Paolo, tanto nel gruppo obliquo
di Madonna con $S. Giuseppe e il vecchio re inginocchiato davanti
al Bambino, come nel gruppo angolare degli altri re con i servi
è un cavaliere. L’Orientale con anfora, piccola figura sul margine
destro della scena, è copia di ben noto motivo veronesiano, come
il moretto seduto sul piedistallo della colonna. Il re donatore di
mirra traduce il tipo consueto dei gaudenti nelle Cene di Paolo
in un mascherone di re da carte da gioco. Veronesiani sono i due
angioletti in alto, che par s’affaccino a due finestrelle simmetri-
che entro una nuvola. Tutta l’opera è un’imitazione dal Veronese,
arida, esterna, nei figuroni convenzionali, nelle ombre sorde
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