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in ombra il pianto delle Marie. Luce e colore, nella loro distribu-
zione e nella loro qualità, rispondono a un concetto piuttosto
sentimentale ed elegiaco che puramente pittorico.
Qualche traccia molto visibile d’inesperienza tecnica non
riesce ad alterare il fascino di una composizione così sobria e pacata
d’effetti. Incorporee nell’ombra, staccano in luce le figure dal
fondo con imponenza di volume; e un ritmo preciso e piano re-
gola i movimenti dei portatori, l’abbandono della salma, quasi
raffaellesco. La scena si svolge nel silenzio, con sacra emozione;
anche l’ombra della Vergine, protesa verso il figlio, non turba
la pace dei funebri.
Il Crocefisso di Padova (fig. 94) è un’altra rivelazione di per-
sonalità delicata e profonda nel senso elegiaco del colore, nel
cielo grigio che all’orizzonte si schiara di un malinconico crepu-
scolo rosa-viola, nelle carni del Cristo ombrate di grigio, nel
bianco spento del pannilino sui fianchi. Anche il rosso del manto
di San Giovanni è opaco, e il manto della Vergine prende una
tinta indefinibile tra il violaceo e il bronzeo, in accordo col pallore
del volto.
Delicata è la modellatura del Cristo, tornito in puro avorio,
portato in alto dalla croce sottile, con due tocchi di luce sul volto
chino nell’ombra di una corona di spine, come irto cappuccio
da cui sfuggan bagliori. Il grido selvaggio della Vergine e di San
Giovanni, l’agonia degli occhi aperti di Cristo, si disperdono nel
soffio di delicato lirismo che spira dalle linee raccolte, dal color
silenzioso, dal grigio sconfinato del cielo sulla terra deserta e de-
solata. Nessuna fra le tante opere del mediocre maestro può in
qualche modo approssimarsi a queste due di eccezione, ove Pietro
Damini strappa al colore e alla linea qualche accento sublime.
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