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bianche larve dei beati più lontani, sommersi da luee. Til
regno dell’iperbole, il trionfo del linguaggio barocco nel suo più
comune significato. La maestà dell’Assunta di ‘Tiziano, l’impeto
drammatico di quelle del ‘Tintoretto, non bastano al pittore avido
di effetti squillanti, di spettacolosi macchinari scenici.
Egli spalanca davanti agli occhi degli Apostoli la visione
tumultuosa del Paradiso, traversata dal gruppo del Redentore e
della Vergine come da una raffica umana. L’appassionata pro-
fondità delle composizioni di Tiziano e del Tintoretto vien meno
nell’effetto teatrale, messo in evidenza dalla bravura di una
pennellata rapida e spavalda.
Dove il Palma spiega grandezza immaginativa è nella parte
inferiore, nella zona ristretta che accoglie, ai lati del sepolero
veduto frontalmente come un altare, i gruppi degli Apo-
stoli; più in basso, negli angoli, le tronche figure di San Gregorio
e di San Girolamo; nel mezzo, seduto sui gradi del sepolero, un
Apostolo isolato, col volto sfuggente nell’ombra, fisso verso la
visione del Paradiso. Nel San Girolamo ignudo sopravvive il ri-
cordo di Tiziano: gocce di luce stillano da una sua spalla come
cera da una candela ardente, il volto aguzzo s’appunta al se-
polcro. Il tumulto dzi cori celesti accentua la grandiosa unità
della scena che si svolge sulla terra, e la posa trasversa dell’Apo-
stolo seduto riecheggia nella nube lontana, orlata d’argento.
Sulla veste, di un giallo scolorito, squilla un colpo di sole gettato
da poche sprezzanti p2nnellate: l’orecchio disegna sulla testa in
ombra, a profilo sfuggente, una falce sanguigna, al modo dei
caravaggeschi. 11 resto della figura è tenebroso. Tutta la scena
è avvolta nell’ombra, e le scarse luci, i gesti cadenzati, squillano
come annunci di tempesta nell’aere scuro. Un fazzoletto, nella
mano di un Apostolo, abbaglia, come di calce viva. Tutto l’effetto
è ottenuto con l’ombra e con la luce: l’azzurro del cielo si estingue
dietro una cortina grigia di nubi; scoloran le tinte nell’atmosfera
polverosa, traversata da lampi, come da grida improvvise nel
silenzio notturno. Il barocco non è più nello scompiglio dei moti,
ma nella veemenza e nella brevità delle luci, nella dominatrice
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