Full text: La pittura del Cinquecento (9, Parte 7)

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incandescente di nuvole, mentre l’atteggiamento dell’altro che 
solleva i rami sopra il capo del Santo è composto ad eleganza 
neoclassica. La novità dell’effetto si sprigiona tanto dalle ardite 
dissonanze del gruppo centrale, quanto da giustapposizione im- 
mediata di toni chiari e scuri, messi a contrapposto per un senso 
di preziosismo pittorico che ovunque si esprime, nel cristallo 
venato di un'ala angelica come nel bianco d’una veste di calce 
viva. 
Vi è qualcosa di preraffaellitico nell’angelo biancovestito, 
mentre nei putti, plasmati sul tipo consueto del Padovanino, 
è una solida polposità di frutto, un’irresistibile grazia comica, 
fatta di gravità, d’impegno, che, specialmente nel fanciullo in 
piedi in profilo, si approssimano all’interpretazione del modello 
tizianesco data da Nicola Poussin nei suoi bacchici putti rubi- 
condi. Quasi non si riconosce lo stampator d’immagini tiziane- 
sche all’acqua di rose, il riduttore dei tipi del Vecellio a figure 
per scatole da profumiere, in questo saggio singolarissimo di 
libertà lineare e cromatica, dove il Padovanino trae gioiosi ef- 
fetti dalla scapigliatura della composizione, tutta urti e squilli. 
Vi è nell’arte di questo maestro qualche esempio di costruzione 
formale ben più salda, di ricchezza pittorica degna del Seicento; 
non vi è forse altro esempio di così sbrigliata vena fantastica. 
Con l’ovato dell’Accademia veneziana, raffigurante la para- 
bola delle Vergini sagge e delle folli (fig. 182), il Padovanino inoltra 
nel mondo barocco. Uno scoppio di razzi annuncia l’avanzar 
dello sposo, e scaglia come per forza dinamica nello spazio, tra 
gonfie nuvole, gli angioletti del gruppo d’Imene: a quello scoppio 
s’intona il gruppo scapigliato delle fanciulle. Il Padovanino qui 
torce, ritorce, strizza le forme alla tintorettesca, le arrotonda 
paffute; fa pesate i drappi a pieghe arrovellate, a ghirigori, a 
sbuffi; rinuncia a ogni preziosità di colore, che diviene intenso 
e grossolano. Il Tintoretto ha impressionato il pittor tizianesco, 
ed egli trova un effetto roboante nella violenza delle luci, nelle 
tortili forme, nel movimento turbinoso della composizione. 
Prossima di tempo ai quadri di San Nicola da Tolentino e
	        
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