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scovo e San Bernardino a mezza figura, e, sulla terra, Santa Madda-
lena, San Nicola da Bari, un Santo cavaliere e un angioletto. Nella
Santa Maddalena, col vasetto di cristallo crocesignato, il mae-
stro ripete l’immagine palmesca della Fede, soffermandosi con
accresciuta compiacenza a precisare in piccoli tratti brillanti
le onde minute dei capelli, le fibre dei tessuti, i raggi del nimbo.
Le luci, arditamente decise a tratti incisivi di pennello, senza
passaggi di mezze tinte, prendon fulgori di vetro e di metallo
nelle stoffe suntuose come negli orli festonati delle nubi; il gruppo
della Madonna col bambino, di stampo raffaellesco, campeggia
maestoso sulle nuvole; e il Santo vescovo, che guarda dall’alto
spiegando il volume abbagliato di sole, par dimostrare, al pari
dell’araldico Santo cavaliere, come nel forte seguace del Palma
il Pordenone abbia trasfuso il suo impeto, la veemenza e la gran-
diosità dei suoi effetti. Il cielo acqueo, la posa bizzarra del putto
che a fatica regge il liuto, la pompa decorativa delle stoffe,
dimostrano in questo maestro, il maggiore della regione berga-
masca dopo il Moroni, una personalità sicura, forte, capace d’im-
porsi anche ispirandosi, con spirito eclettico, alle opere dei grandi
veneti predecessori.