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contrastata dal sopravvenire d’una gran calca di popolo. La
tradizione michelangiolesca attraverso il Bronzino avvince il
pittore, e lo solleva fuor dal vecchio mondo di Michele di Ridol‘o
Ghirlandaio, suo maestro; ma la visita a Roma, Raffaello, le
decorazioni del Salviati, l’opera del Vasari, turbinarono nella
sua mente. In Palazzo Capponi sul Lungarno Acciaioli, frescando
soffitto e pareti d’una gran sala, getta a piene mani i materiali
della sua bottega nel soffitto spartito alla michelangiolesca in
finta architettura, tutta rumorosa per i geni, i guerrieri, le ar-
mature; e, tra le cartelle, i festoni di frutta e le grottesche, inca-
stona ritrattini alla quattrocentesca di antichi membri della
famiglia Capponi, contrastanti per la loro semplicità, propria
di un Filippo Lippi o d’un Ghirlandaio, con tutto quel frastuono
decorativo, con tutto quel guazzabuglio di cose (fig. 325).
Sei anni dopo l’opera sconnessa di Palazzo Capponi, il Poc-
cetti ci appare conscio de’ suoi mezzi nel rappresentare, entro
la lunetta della cappella maggiore della Certosa, il Transito di
San Brunone (fig. 326). Sul fondo d’una basilica è distesa la
salma adorata da monaci e da devoti, circondata dalla schiera
dei frati e dalla folla, mentre nella luce di una bianca nube gli
angioli portan l’anima del Santo al Redentore, che in una conca
di cherubi e di nubi vien dal cielo trionfante a riceverla.
In quest’opera il Poccetti, nella schiera dei monaci a cerchio
attorno la bara del Santo, come in quelli in ginocchio da un lato,
rievoca il Ghirlandaio, non solo nella disposizione delle figure,
ma anche nell’ingenuo naturalismo delle teste con lineamenti
precisi e sottili, e con variazioni di carattere ancor proprie dello
spirito quattrocentesco. Gli stessi camici, a pieghe tenui e su-
perfici ben tese, e la colorazione leggiera dei volti bianco rosati,
quasi non tocchi dall’ombra, richiaman la finezza degli antichi
maestri fiorentini.
I’arcaismo, se pur meno elegante e sentito, è palese anche
nel gruppo d’angeli che trasporta l’anima del Santo e nella fi-
guretta incorporea del Redentore. Lo stesso scenario grandioso,
che dimostra la sapienza prospettica del pittore, è precisato in
pe