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Secondo il Baldinucci, il Cigoli, per quattr’anni scolaro di
Alessandro Allori, seguì poi Santi di ‘Tito, e infine ebbe a subire
influssi del Barocci e del Correggio. Un rapporto con la Madonna
di Alessandro Allori ha infatti la Madonna con Gesù Bambino
(fig. 381), che si vede nella stessa sala di Flora alla Galleria Pitti:
lo mostrano la composizione affine, il carattere episodico della
scena, il fondo con una roccia che fa ombra dietro la Vergine,
e un'apertura sul paese. Ma i caratteri formali mostrano piut-
tosto la dipendenza da Santi di Tito. Il Bambino, che impara
a leggere, ha la grazia correggesca derivatagli dagli esempi del
Baroccio, mentre la Madonna con il volto verso lo spettatore, lo
sguardo fisso, in vesti pretensiose, sembra un ritratto. L’inte-
nerimento correggesco delle carni del Bambino e della mano mor-
bida di Maria, le sfaldature luminose della veste e del terreno,
intese anch’esse a render la fluidità della forma correggesca, la
carezzevole posa di Gesù, sono in stridulo contrasto con la rigidità
petrigna della Vergine e con la materialità della manica a ricami
stampati. Anche la durezza del volto, che par voglia tener lon-
tano l’osservatore, s’oppone crudamente alla grazia fragile del
fanciullino.
Quella Madonna stessa, allungata, perdute le vesti, diviene la
Maddalena della Galleria Pitti (fig. 382), isolata sul fondo scuro,
che ricorda l’Allori, come il vasetto bianco, fatto con cura e po-
sato nell’angolo. Anche gli angioli della SS. Trinità nel Refettorio
di Santa Croce (fig. 383) ricordano l’Allori e Santi di Tito, mentre
l’Eterno Padre ha dolcezze e mollezze correggesche. Al centro
della manierata composizione è Gesù morto, con la testa coro-
nata di spine, piegata nel sonno, d’impronta correggesca, ma
con tali accentuazioni di scuri e d’espressione sentimentale da
renderla prototipo alle immagini dei Cristi secenteschi, ai Cro-
cefissi del Reni, agli Kcce Homo per Settimana Santa. Più chiara è