166 I. — SCULTURA VENETA VERSO LA FINE DEL ‘500
avvolta nei manti di seta come fra pieghe di vittorioso vessillo. Sul
busto elegante di Giovanni C ontarini, chiuso nell’agile armatura,
nulla ha più di romano la clamide, pretesto al Vittoria per animare
la forma col guizzo delle luci tra i labili meandri di un manto di
seta a pieghe falcate e disciolte. Ne risulta un effetto di colore, scin-
tillante nella sua effimera ricchezza, che all'immagine, invero poco
significativa, del duce veneto, infonde lo sfarzo ornamentale caro
alla Venezia del Veronese e del Palladio !.
’l'ale effetto decorativo, si ritrova, più sontuoso, nel busto in terra-
cotta di Sebastiano Venier (fig. 131), al Seminario di Venezia, che si
slancia drappeggiato di seta dalla scattante fibula d’una conchiglia con
due delfinetti a molle. Lo sguardo lampeggia, imperioso; la barba a
raggi par diffonda all’intorno gli echi di quella pompa guerriera; tutta
la fisionomia corrusca, elettrica, s’intona alla squillante presentazione
decorativa del busto. Come insegna di vittoria, labaro trionfale di
Venezia, il ritratto del condottiero è veduto dallo scultore trentino.
Con il busto di Sebastiano Venier, tutto decorativo sfarzo, forma
contrasto l’altro, pure in terracotta, di Pietro Zen (fig. 132), nel Se-
minario patriarcale, per la sua nota di umana emozione. La ma-
gnifica zimarra, con i maestosi e densi fioroni, s’accorda alla gravità
degli occhi profondi, raggiunti di sotto in su, per il chinar del capo,
da un lume di tristezza assorta, quasi riflesso di tintorettesco pathos.
Ma la tristezza del seniore veneziano è contenuta, calma; la forza
meditativa è impressa in ogni tratto della nobile fisionomia; e tutto
concorre a un effetto d’innata maestà, anche la veste di damasco
greve. Mentre nell’araldico busto di Sebastiano Venier par che la
vita lampeggiante del modello attorno s’irradii, qui si concentra,
s’approfonda, esprime l’intensità meditativa di un pensiero che si
ripiega dentro di sè, in una tristezza sorretta da umana dignità,
dalla forza tranquilla e consapevole di una lunga tradizione patrizia.
Al busto di Pietro Zen si avvicinano, se pur lontani dalla sua
spiritualità profonda, il ritratto di Apollonio Massa (fig. 133), tra i
1 A questa serie di busti che ci mostrano il Vittoria prossimo ai suntuosi modi
decorativi del Veronese, appartiene il ritratto in terracotta del Palma Giovane (fig. 130),
nella collezione Dirksen a Berlino, e l’altro, nel Museo di Stato a Vienna, di Giovane
cavaliere che nel volto triste e sensitivo richiama tipi familiari al Tintoretto, ma per lo
slancio alato delle braccia tronche, il taglio agile del busto, l’affilata eleganza delle pie-
ghe, evidentemente s’aggruppa con i ritratti di Sebastiano Venier e di Giovanni Contarini.