6. — P. ANTICHI, A. BONVICINO, 1. DA SARZANA 591
grosso cuoio, negli occhi spaventati, nelle grosse labbra imbronciate,
nelle borse del modellato duro e gonfio, nel gesto impacciato della
mano a spatola. I leoni del trono spalancano le fauci con la sega
degli aguzzi dentini, e paion ridere sgangheratamente di quel fan-
taccione spaurito con una mano incollata sul ginocchio e l’altra gof-
famente protesa. Non così rozzo ci si presenta Leonardo da Sarzana
nella statua di Pio V (fig. 480), scolpita per il monumento di questo
pontefice nella cappella Sistina in Santa Maria Maggiore, ove è anzi
una singolare impronta di personalità nella sottigliezza del model-
lato e nei panneggi levigati e descritti a calligrafiche curve, di garbo
ornamentale, tanto da far sorgere dubbi sull’attribuzione fatta dal
Baglioni al Sarzana delle statue nel monumento di Nicolò IV. La
figura di cartapesta, che sorride con la bocca sdentata, prende vita
dal panneggio snodato, dal guizzo dei nastri sulle spalle, in armonia
con la raggiante aureola nel fondo. Per la stessa cappella Sistina,
su modelli di Prospero Bresciano, il Sarzana eseguì le statue dei
Santi Apostoli Pietro e Paolo, figurone di parata, teatrali, enfatiche,
specialmente quella di San Paolo con la fanfara delle grandi pieghe
sciabolate, roboanti (fig. 481).