620 IL — SCULTURA LOMBARDA VERSO LA FINE DEL ‘500
1580 — $i rifugia, per fuggire il contagio, nel convento dei Francescani,
dove lavora angeli per frontespizî di cappelle nella lor chiesa.
1581 — Taddeo fa molti lavori nel palazzo del Signor Franco Lercaro,
«fra quali sono molto considerabili due termini che si vedono alla
porta del cortile e i due ritratti che al piano delle prime scale rappre-
sentano l’effige dello stesso signore e della signora sua moglie » (Antonia
de Marini Lercaro).
E (7) = Fa lavori nel palazzo del signor Enrico Salvago, « dove sopra
tutto sono da Scultori tenuti in pregio i due huomini selvaggi ».
PR (7) — Lavora due « belli depositi » in San Lorenzo nella Cappella
del Signor Matteo Senarega, « già Duce della sua Repubblica ».
(2) — Abbellisce il giardino del Principe Doria con la fontana « nel
cui mezzo iscolpiva Nettuno di gigantesca figura sopra di un cavallo
marino », tra Sirene e ’Tritoni.
... (?) — Scolpisce in breve tempo la statua di Santo Stefano sulla
porta della città detta dell’Arco.
PW (2) — È eletto «dal pubblico per fare la gran statua del principe
Gio. Andrea Doria » (oggi frammentaria).
I613, 25 marzo — Muore ed è sepolto nella chiesa di San Francesco di
Castelletto. 1
I due busti di Francesco di Nicolò Lercaro e della consorte An-
fonia Marina ancora si vedono «al piano delle prime scale » del pa-
lazzo Lercaro (figg. 504-505); e ci mostrano come, anche a secolo
inoltrato, si risentisse in Genova l’influsso del Montorsoli, ben chiaro
nella base sugli alti piedistalli, ove due tritoni reggon la cartella già
ornata dell’arma della nobile casa. I due busti portan la data del
1581, e sono bene squadrati, di forme piene, concise, schiette, con-
dotti con lo studio di dare alle pieghe del manto virile, al nastro
che regge il cameo della gentildonna, alla sua veste come ade-
1 Queste note son ricavate da Le vite de’ Pittori, Scultori ed architetti Genovesi, ecc.,
di RAFFAELE SOPRANI in Genova, per Giuseppe Bottaro, 1674, pagg. 293-295. Sui
Carlone vedi anche il volume di MATTEO MARANGONI, I Carlone, Firenze, 1925. —
Di Giacomo Carlone, figlio di Pietro da Scaria scultore, sappiamo che nel 1538 si
strinse in società di lavoro con Giacomo e Guglielmo della Porta e con Niccolò da Corte,
società presto disfatta per l’andata a Roma di Guglielmo della Porta, e in Ispagna fun
di Nicolò da Corte. Nel 1540; Domenico da Corte, fratello di Nicolò, mette in ordine _
i conti della disciolta società. Nel 1556, 15 aprile, a Giacomo Carlone viene allogata i
la statua sedente di Pietro Gentile per il palazzo di San Giorgio in Genova. i
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