940 III. — SCULTURA IN TOSCANA VERSO LA FINE DEL ’500
bologna !. A diciannove anni, se la data di nascita è proprio appros-
simativa al vero, presentò il bassorilievo della Crocefissione (fig. 822)
per la porta minore del duomo pisano. Ivi si mostra nutrito del-
l’arte di Giambologna, per la grandiosità dello scenario, per la chia-
rezza d’espressione delle figure finemente incise, per la gradazione
«rigorosa » dei piani in profondità. Le figure parlanti del bassori-
lievo si rivedono nell’altro della Purificazione (fig. 823) per la porta
mediana del Duomo, ove son accentuate le forme proprie di Giam-
bologna, tanto da farci supporre che il maestro non sia stato del
tutto estraneo alla composizione della scultura, così ritmicamente i
disposta, studiata passo a passo. Par di sentire il sussurro delle voci, o
il cinguettio dei ragazzi, i commenti dei vecchi, intorno all’altare. i
Il lombardo, il comacino, fattosi toscano, aggiunse il suo eloquio '
all’arte appresa a Firenze.
Amò di lavorare piccole minute figure, il che lo rese zecchiere W
finissimo per le sue incisioni, ornatore d’armi, come si può vedere yi
nello scudo e nel casco del Museo Nazionale di Firenze, nelle Virtù -
entro ovati dell’umbo, nei piccoli busti d’Imperatori della zona
ultima, tra i girali e le grottesche (fig. 824). e
11 suoi regesti così suonano: 1580 circa, nasce a Coldrerio; 1599, 18 ottobre, con- o
segna il rilievo della Crocefissione per la porta laterale a destra, verso l’Ospedale, del
Duomo di Pisa; 1599, 5 novembre, consegna il rilievo della Purificazione per la porta
mediana del Duomo stesso; 1603-1611, sopraintende alla Zecca fiorentina, come capo
incisore; 1613-14, lavora alle zecche di Modena e Guastalla e poi a quella di Mantova; i
1623, va a Roma; 1625-1639, lavora a Roma come incisore nella zecca papale.
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XXV, lTipsia, 1931.