Full text: Architettura del Cinquecento (11, Parte 1)

148 1. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO 
questi sono properzionati nelle parti bene insieme congiunte, in quello 
il sepolcro sta a sè, come collocato entro una gigantesca incorni- 
ciatura. Le nicchie con statue dei santi patroni del defunto si sovrap- 
pongono tra colonne; e tutti i piedistalli grandi e piccoli, tutte le 
basi, son figurate a bassorilievo; insieme formano un grand’arco 
trionfale, entro la cui apertura s’innalza il sarcofago; e il principe 
siede sopra il letto funebre, alla maniera etrusca, forma ritornata 
in vita primamente nell’arte di Andrea. Un baldacchino copre il 
catafalco, e tra le cortine, nel fondo, si disegna entro un medaglione 
la Santa Vergine col figlio. Tra la cima crocesegnata del baldacchino 
e il sottarco a lacunari dell’incorniciatura corre una distanza grande; 
e l’arco non sembra girar sul sepolcro, ma esserne distaccato e lon- 
tano. Come nell’altare Corbinegli e nei mausolei dei cardinali Sforza 
e Basso, si vedono in alto, sui lati, i due angioli porta candelabro, 
qui in una specie di attico, in alto, si vede ciò che bene sta come 
paliotto nell’altar Corbinegli, il Cristo morto tra Maria e Giovanni. 
Quell’attico è basso, è un’aggiunta, non il coronamento del grande 
mausoleo. Così il bisogno di strafare, di sovrapporre scultura a scul- 
tura, guasta la linea del monumento, le sue proporzioni, il suo 
ritmo toscano. 
In Roma, il mausoleo del Cardinale Ascanio Sforza (fig. 125) 
e l’altro del Cardinal Basso (fig. 126), sono simili, entrambi straricchi 
d’ornamenti, che si fanno sempre più sottili, più bassi, formicolanti 
sui fusti delle colonne, sui piedistalli, sui pilastrini, sulle basi, lungo 
i fregi. È una festa, un brusio di ornati, che poco scema la solennità 
architettonica dei due mausolei, pur coprendoli di serti e di gemme. 
Il secondo mausoleo, benché stampato sul primo, ha un effetto di 
grandiosità maggiore, per i semplici costumi classici delle figure e 
i particolari scultorî sempre più assottigliati e impreziositi. 
Dove per noi Andrea Sansovino mostra la sua abilità archi- 
tettonica è nelle porte di Santa Maria dell'Anima (figg. 127-130). 
Abbiamo già detto che Bramante fu chiamato a consiglio con un 
architetto tedesco al principio della costruzione; e il ‘Tedesco si studiò 
a fatica, quasi meccanicamente, di attenersi ai consigli del grande 
maestro; ma quando si dovettero eseguire le tre porte della chiesa, 
e Andrea Sansovino fu invitato a scolpire la Vergine col Bambino 
tra le anime del Purgatorio oranti, certamente si pensò di lasciar
	        
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