Full text: Architettura del Cinquecento (11, Parte 1)

202 I. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO 
Nelle Stanze possiamo seguire lo sviluppo dell’architetto. In 
quella della Cacciata d’Eliodoro (fig. 173), vediamo lo zoccolo con le 
cariatidi, che hanno solidità e imponenza di masse: inserite tra una 
base e un capitello che loro forma diadema, assumono funzione di 
colonne per sostenere le cornici del palco, ove si svolge il dramma 
storico e religioso. Fasci complessi di pilastri e di mezze colonne 
c’introducono al quadrato tiburio del tempio, su cui s’imposta la 
cupola emisferica, e al presbiterio e all’abside semiaperto. Le super- 
fici piane, convesse, concave, variano il moto della luce, che di con- 
tinuo rimbalza e si spegne; il concetto architettonico muta; il ritmo 
dei chiari e degli scuri, come quello della composizione, si accelera. 
Arriva ai contrasti più forti di luce ed ombra nella « Liberazione di 
San Pietro », di cui si ha un disegno ove l’architettura si svolge so- 
vianamente (fio. 174). 
Quando Raffaello aveva dipinto anche la seconda Stanza, Bra- 
mante morì, ed egli venne eletto architetto e soprintendente della 
fabbrica di San Pietro, così che, scrivendo allo zio Simone Ciarla, 
diceva di non poter stare se non in Roma «per amore della fabrica 
di Santo Pietro, ché sono in locho di Bramante: ma qual locho è 
più degno al mondo che Roma? qual impresa è più degna di Santo 
Petro? ch'è il primo tempio del mondo, e che questa è la più gran 
fabrica che sia mai vista, che montarà più d’un milione d’oro... 
Mi ha dato un compagno Frate dottissimo e vecchio de più d’octan- 
t’anni, il Papa vede chel può vivere pocho, ha resoluto sua San- 
tità darmelo per compagno ch’è huomo ch'io possa imparare se 
ha alcun bello segreto in architectura, acciò io diventa perfettissimo 
in quest’arte; ha nome Fra Giocondo, et ogni dì il Papa ce manda a 
chiamare, e ragiona un pezzo con noi di questa fabrica... ». Eletto 
il 1° aprile 1514 architetto di San Pietro, continuò per tutta la vita 
nell’opera. Il 1° agosto Leone X lo nominò architetto, conscio che 
Raffaello era stato abituato da Bramante a fabbricare, e che Bra- 
mante stesso aveva stimato, sul letto di morte, lui degno di succe- 
dergli. Il Pontefice aggiunse che il suo celebrato pittore aveva dato 
prova di gran valentia nell’architettura con la presentazione del 
modello, di cui parla il Sanzio stesso, in una lettera a Baldassare 
Castiglione, così: il modello che io ne ho fatto piace a Sua Santità, 
ed è lodato da molti belli ingegni. Ma io mi levo col pensiero più alto.
	        
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