204 LT. = ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
meno due disegni o modelli, edificò i pilastri della cupola, voltò le
due arcate nella crociera meridionale, fortificò i fondamenti dell’edi-
ficio, e pare che disegnasse lo sviluppo della basilica in senso longitu-
dinale. Si dice che, consigliato da Fra’ Giocondo, opponesse così
un progetto di basilica a eroce latina, al progetto di Bramante a
croce greca, a sistema centrale. Basta conoscere come i due tipi,
longitudinale e centrale, risultino ad effetti opposti, per comprendere
che anche in architettura Raffaello sapeva trovare direttamente la
via ad esprimer la tranquillità dello spirito. ‘Tuttavia il concetto
raffaellesco sembrò immiserire la concezione di Bramante, e An-
tonio da Sangallo, che coadiuvò il Sanzio, biasima, nel suo memo-
riale, la navata «lunga e stretta e alta, che parerà uno vicholo» e
« ischurissima ». Forse Raffaello aveva avuto in animo di sostituire
al movimento bramantesco, alla mole grandiosa, natante nello spazio,
nel chiarore, la pittoresca navata della Cacciata d’Eliodoro in uno
sbattimento di luci ed ombre. Il modello, intagliato dall’abile Gio.
Barili senese, quale vide, approvando, Leon X, portò il prolungamento
longitudinale, anche per poter moltiplicare cappelle nella chiesa
madre della Cristianità e mantenere nella nuova facciata la loggia
della Benedizione esistente nell’antica. Se ne può vedere la pianta,
riprodotta con molta libertà e poco correttamente, nell’opera del
Serlio (fig. 175).
Mentre Raffaello lavorava a San Pietro, s’occupò anche della
cappella per la sepoltura di Agostino Chigi (figg. 176-183), in Santa
Maria del Popolo. La decorazione della cupola a musaico fu com-
piuta da Luigi de Pace veneziano nel 1516. Sopra il tempietto festoso
di marmi e di statue, chiaro nella luce del sole che entra dalle otto
finestre, la cupola, di tipo bramantesco, prende slancio dalla decora-
zione geometrica di musaici e di stucchi. Le zone più basse, chiu-
denti in due spazî le divinità simboliche dei pianeti e chimere su
fondo azzurro, le superiori adorne di ricchi fregi d’oro, mediante la
loro rastrematura sembrano innalzare la cupola. Ad aumentarne lo
slancio, s’aggiunge una serie di mensolette, tese, fra piccoli lacunari,
a regger le auree anella concentriche, nimbo all’Eterno, che sfolgora
sul fondo azzurro intenso, nella tunica d’oro radiosa, centro dei
raggi, Sole, i cui squilli si ripercuotono per tutta la vòlta, negli
stucchi d’oro, nelle vesti degli angeli, iridescenti e fulgide, sulle ali