2LO T. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
del sedile, ha danneggiato l’edificio, distruggendo l’armonia che un
tempo legava il maestoso sporto del cornicione alla grande altezza
dei tre zoccoli (sedile, spalliera e piedistallo). Anche le decorazioni
in terretta verde, ricordate dal Vasari, avevano certo importanza
nell’effetto cercato da Baldassare Peruzzi.
T’ariosa facciata era ancor più ariosa un tempo, quando era
aperta la gran loggia verso il giardino, come pergolato libero al
soffio dei venti e alla letizia del sole, nel suo fiorito rivestimento di
pitture, tratte da soggetti di Ovidio. Baldassare Peruzzi sulla vòlta,
Raffaello e Sebastiano del Piombo sulle pareti, eseguirono la deco-
razione magnifica. Opera del Peruzzi, con l’aiuto di qualche seguace,
è l’ornamento della gran sala (figg. 337-338), libero campo al gusto
scenografico del maestro senese, che, aprendo tra finti colonnati sfondi
lontani di paese, ne ingrandì illusionisticamente lo spazio. Ne di-
scorre il Serlio nel suo trattato: «E se el pittor vorrà talvolta con
l’arte de la prospettiva far parere una sala, o altra stanza più lunga,
potrà in quella parte che guarda a l’entrata, con alcuni ordini d’ar-
chitettura tirati con tal arte, farla parere assai più lunga di quel
che ella non sarà in effetto. E questo fece Baldassare così dotto
in questa arte, come alcun’altro che sia stato a questo secolo, che
volendo ornar una sala d’Agostin Ghisi, signorile mercatante di
Roma, finse con l’arte alcune colonne et altre architetture a tal
proposito, che’1 gran Pietro Aretino, così giudicioso ne la pittura,
come ne la poesia, hebbe a dire non esser in quella casa la più
perfetta pittura nel grado suo, quantunque ci sono ancho de le cose
di mano del divin Raphaello de Urbino » +.
Evidente è la fraternità della palazzina di Agostino Chigi con
la facciata di San Pietro in Montorio (fig. 340), prima opera di Bal-
dassare architetto in Roma, semplice e raffinata nella eleganza delle
proporzioni allungate e delle membrature sottili. Come nella Far-
nesina, nitido è il taglio delle tenui prolungate lesene, doriche al
1 In un disegno della galleria degli Uffizi (fig. 339), prima idea per il palazzo della
Farnesina, il rapporto tra vuoti e pieni nella facciata verso il giardino era inver-
tito: loggiati aperti nelle ali, finestre in doppio ordine nel corpo mediano; colonne-
— doriche al pianterreno, ioniche al primo piano — al posto delle lesene, doriche in
entrambi i piani dell’odierna Farnesina.
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