454 I. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
ispira a motivi araldici tolti agli stemmi dei Sauli (le aquile) e dei
Del Monte (il monte con le cime e le palme, misti ai leoni del
Comune).
In Francia continuò a pubblicare i suoi libri « per non tenere
ascoso quel piccolo talento concessomi dalla bontà di Dio, quantunque
io sia il minore di tutti gli architetti, i quali con la loro grandissima
scienza, fanno questo secolo adorno, e molto io paventi di pormi
tra questi chiari ingegni quasi oscura ombra, fra tante lucidissime
stelle. Sperando di giovare a quelli che poco o nulla sanno, in deter-
minazione venni di pubblicare li miei scritti, benchè non abbia io
mai fatta o scritta cosa che mi contentasse ». Nominato sin dal 1539,
«architecte général des bàtiments royaux de France », lavorò a
Fontainebleau, ove il Cardinale Ippolito II d’Este gli commise il
proprio palazzo, la «Grand Ferrare », di cui si ha descrizione nel
VI libro, ritrovato qualche anno fa nella biblioteca di Monaco di
Baviera (fig. 412). Della «Grand KFerrare» non resta se non una
porta ben nota, incastrata in un muro, quasi in faccia alla corte del
Cheval Blanc. Due alte colonne doriche reggono la trabeazione su
cui s'imposta un timpano, ma le colonne son fasciate dal rustico
sottostante, che s’apre in alto a ventaglio rompendo l’architrave e
il fregio in gradi (fig. 413).
Nel libro sesto, a pag. 2 v., il Serlio stesso discorre della porta
della « casa del Reverendissimo et Illustrissimo Cardinal di Ferrara
Don Ippolito da Este, la quale è di opera toscana vestita di rustico,
le colonne della quale vorrebbero essere di sette diametri, cioè gros-
sezze, prendendo tal misura da basso, secondo i precetti di Vitruvio:
ma essere esse colonne incassate nel muro, et anco cinte dalle fascie
rustiche, et non essendo sopra esse gran peso, elle si faranno di nove
grossezze alte con la base et il capitello... » (fig. 414). Il Serlio pub-
blica la porta prima tra le trenta porte rustiche miste di diversi ordini
e venti di opera più delicata. Esempio tra queste la porta di opera to-
scana ornata di rustico (fig. 415), l’altra (XVIII) con mensoloni dorici
e sassi rustici a frontispizio con acroteri (fig. 416); una terza, la XXIX,
«che tien del Dorico, del Corinthio e del Rustico » (fig. 417); la I
delle venti porte delicate, cioè regolari, a tutta Corinthia (fig. 418).
Il Serlio così descrive il palazzo del Cardinale Ippolito Il:
«Era così disposto: una porta rustica larga 8 piedi e alta 14