518 1. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
1519 — Un documento nell’archivio di San Pietro dimostra che in tale
anno, nel luogo dov’è ora il palazzo Sacchetti, esisteva una casa, gra-
vata da ur canone del capitolo della basilica vaticana, e appartenente
per metà ad Antonio da Sangallo, per metà ad altro proprietario (A.
E. HEWETI).
1521, 14 marzo — Leo di Burone da Brescia e Vincenzo de’ Bonsignori
da Mantova, scalpellini, promettono a Giuliano Leno, curatore della
fabbrica di San Pietro, di fare entro sei mesi dodici capitelli secondo
il disegno di Antonio da San Gallo, per il prezzo di 25 ducati (BERTO-
LOT).
1522, 31 marzo — Il Cardinal Farnese acquista dal magnifico Sigismondo
Chigi un immobile nei pressi del suo palazzo (DE NAVENNE).
1523, 23 maggio — Il Cardinal Farnese acquista un altro immobile con-
finante col suo palazzo (DE NAVENNE).
1523 — Data scritta sulla porta della chiesa di San Giacomo degli Ir-
curabili, opera d’Antonio.
1524, 2 maggio - fino al 1525, 22 giugno — Negli archivi vaticani si tro-
vano in questa data quattordici ordini di pagamento, di 50 ducati
ciascuno, ad Antonio da Sangallo, per lavori fatti alle fontane della
vigna del papa (villa Madama) (CLAUSSE).
1525, 25 gennaio — Antonio compra una casa a Terenzano, villaggio
presso Firenze (BERTOLOTTI).
1525, 29 aprile — Data di un disegno d’Antonio da Sangallo per la chiesa
di Santa Maria della Steccata a Parma; l’artista in quest’epoca lavo-
rava a Parma per la fortificazione (L. Testr, S. M. della Steccata).
1525 13 giugno — Antonio dichiara di aver avuto i 1000 ducati di paga-
mento per il soffitto della chiesa della Madonna della Quercia, presso
Viterbo, e promette di terminar il lavoro entro il prossimo settem-
bre (PINzI, Arch. St. dell’Arte, 1890).
1525 — Tornando a Roma dopo aver atteso alle fortificazioni di Parma,
Antonio passa per Firenze, dove conosce e sposa Isabella Deti, di cui
il Vasari parla a lungo, con astio, in un brano della prima edizione
delle Vite, tralasciato poi nella seconda.
1526 — La basilica di Loreto appar danneggiata e minaccia rovina;
Clemente VII vi manda Antonio a porvi riparo (VASARI).
1527, gennaio — Sono pagati ad Antonio 123 ducati « pro fabrica per
ipsum Antonium facta in cast.° $. Angeli urbis » (Mintz).