634 I. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
Per la chiesa di Santo Spirito (fig. 590), affidata nel 1538 da
Paolo III ad Antonio da Sangallo, egli non distrusse all’interno il
piano di Baccio Pontelli, ma lasciò la sua impronta nella grande
conca della cappella maggiore, che il vasto anello della trabeazione
cinge di serico diadema (fig. 591), e nelle nicchie delle cappelle minori
(fig. 592), su cui gira l’alto architrave. Le finestre aperte sopra la
Fig. 589 — Roma, Via della Lungara. A. da Sangallo il G.: Porta di $. Spirito.
(Fot. Alinari).
trabeazione diffondono la luce nel tempio fiancheggiato da cappelle
a nicchia tra pilastri scanalati, una delle quali è trasformata in vesti-
bolo dell’ingresso laterale, diviso in tre campi da colonne ioniche
binate, eburnei steli (fig. 593). Dietro, il taglio lunato del pavimento
si ripercuote nel concentrico moto della scaletta a cinque gradi (fi-
gura 594), dove l’espressione dinamica scocca irresistibile dai profili
unghiati. Sopra, il soffitto, irradiandosi dagli aculei d’oro della co-
lomba, s’apre come liturgico flabello onusto d’aurei ricami e di gemme
(fig. 595). Par miracolo che da un palmo di spazio la fantasia del