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secundo il modelo che ua con li coritori », non voluto dalla compagnia
i per risparmiare la maggiore spesa, essendo stato persuaso da Giovan
Re Francesco «che facendo dicta fabricha xenza coritori ch’el non saria
i | el caricho eguale, che seria più caricho nel mezo che intorno, et che tale
O uariatione è periculosa. Item che la dicta fabricha averia del nano,
tl a Bernar. per il che seria molto diforme et distante de la ragione » (Samp).
À i: 1525, 22 aprile — « M.ro Bernardino ‘Torchiara debe haver per resto del
Sen modello lire 13 ». Ma, secondo il Testi, il modello era di Gioan Fran:
cesco, che più volte, nel Libro della fabbrica, è detto architetto e capo-
è Steccata maestro (Test1).
Bernardino 1525, 6 maggio — I deputati della compagnia di Santa Maria della Stec-
modello cata, considerando che il corridoio progettato dallo Zaccagni « con-
Vero stati starebbe grossissima somma de denari », e che non vi è modo di fare
SI tale spesa, attestano di aver ordinato a maestro Bernardino «non
te {fine dovesse procedere in tagliar dito Coridor» ma che invece prima si
occupasse a tagliare il cornicione (SaLm1).
frate 1525, 13 maggio; 21 luglio — Da pagamenti in queste date risulta che
FIN; Bernardino e Giovan Francesco Zaccagni lavoravano ancora alla
AMANO Steccata (Test).
1525, 5 agosto — Riappaiono a tale data, fino al I5 settembre, nelle
o carte del monastero di San Giovanni Evangelista, i pagamenti a Ber-
o nardino Zaccagni, cui è unito, pure col nome di maestro. il figlio Giovan
Francesco (SaLmMy).
| Mn 1525, 26 agosto — Nella sacristia della chiesa di Santa Maria della Steccata
- si radunano «li Magnifici Domini Fabricanti... qualli fecino multo
coloquio inseme per la fabrica noviter che se fa, maxime che fa novità
SALMI in buttar pelij, quallij sono di mala sorta». In seguito a ciò chiamano
pa Vari periti, fra cui è nominato anche « maestro Antonio da Coregia ».
o Questi periti, riunitisi la domenica successiva, concludono «era di bi-
o sogno et necessità tor uia quellij ote nigieti picholij et tirar il muro
grosso per il suo drito et serar bene dito muro soto a li archi mestri
tte im que: et in lo dito muro cauarge doue finestre belle per dar luce a la dita
nte » {SALMI giesia... ecc.» (SALMI).
ina Col 1525 — I due Zaccagni abbandonano i lavori della Steccata (TESTI).
Mantua 1526, 26 aprile — Bernardino Zaccagni, « dictus de ‘Turiclara civis archi-
fa i, tectus siue murator parmensis vicinis ecclesie sancti Odorici », dichiara
so Maest di aver lavorato per Santa Maria della Steccata dal 1521 alla fine del
trascritti 1525, insieme con il figlio e parecchi muratori, e di essere stato licen-
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