358 I. — ARCHITETTURA DEL CINQUECENTO
Tullio, continuatore dell’opera del padre suo, Pietro Lombardo,
lavorò dapprima con Antonio suo fratello, e poi in sua vece nella
cappella Zen in San Marco, quando Antonio si ritirò in Ferrara agli
ordini di Alfonso I d'Este. La sua opera principale fu l’applicazione
del disegno di Giorgio Spavento alla chiesa di San Salvatore; ma
tutto il Veneto, tutte le rive adriatiche, seppero di Tullio Lombardo I}
e di suo figlio Sante, che continuavano e diffondevano l’arte fami- GER
liare. Nel palazzo ducale di Venezia continuò lo scalpello di Tullio, i
accompagnato da quello del figlio Sante, a risuonare, come già n
avevano risuonato quelli del padre e dei fratelli (fig. 780); e i suoi a
disegni diffusero tornite membra architettoniche (es. fig. 781) per
tutto il Veneto. Dove avevano lavorato Bartolomeo Bon, lo Scar-
pagnino, Giorgio Spavento, appariva Tullio a compiere, a chiudere
le forme dell’arte create da Pietro Lombardo, scultore e architetto
principe del Rinascimento veneziano.
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