i BARTOLOMEO E DIEGO ORDOKNEZ
ù Poco sappiamo dello spagnolo Bartolomeo Ordofîiez, che operò
i nel 1517, e fors’anche nell’anno precedente, col figlio naturale Diego,
mia in San Giovanni a Carbonara, nella cappella Caracciolo di Vico.
da Già accennando a Bartolomeo Ordofiez scultore, in un volume pre-
i cedente, vedemmo come l’altare da lui eretto, nella cappella mede-
sima, dimostrasse lo studio dell’Adorazione de' Magi di Leonardo
a Firenze; possiamo ora considerare come l’ordine dorico dell’altare,
perfino le sue colonne scanalate, che sembran coperte da un velo
al terzo inferiore, riecheggino nel grazioso tempietto circolare formato
dalla cappella (figg. 874-375). L’architrave, il fregio con metope, la
cornice dell’altare, si ripetono nella cappella in maggiori proporzioni;
le nicchiette coi Santi, adorne di catino a forma di conchiglia, le tar-
ghette ad ansa sulle nicchie, si rivedono nel tempietto classico in
più grande scala. E su dalla trabeazione, ripiegata a cimiero sulle
colonne binate, s’innalza il tamburo diviso in spazi alternativamente
divisi in quadrati e nicchie, queste con figure agitate d’Apostoli.
Purtroppo la decorazione posteriore ha alterato la fine, nobile archi-
tettura del tempietto classico; i grossi sepolcri hanno coperta la voce,
sottilmente intonata, delle modanature, che si eleva nel giro di ri-
quadri della cupola e dei lucernari, finchè nelle più alte sfere, nei di-
minuiti riquadri, si tace. Bartolomeo Ordofiez morì nel 1520; e il
figlio naturale Diego lo continuò, ma l’incertezza oscura la conti-
nuazione di quell’arte che a Firenze, dall’incompiuta Adorazione
de’ Magi, aveva trovato punto di partenza e grandezza. Si suppone
che architetto della cappella sia Giovanni Malvito, ma il documento
non fornisce a questo decoratore se non l’esempio da imitare, « con
opere de marmore gentile fine e da quella bianchezza e bontà che
sono li archi della cappella del signor Galeazzo Caracciolo con-
Ki