feto SEGUACI A VENEZIA DEL SANSOVINO
1. ALESSANDRO VITTORIA - 2. ANTONIO DA PONTE - 3. BERNARDO, ANTONIO,
TOMMASO E FRANCESCO CONTINO DA LUGANO - 4. GIO. ANTONIO RUSCONI -
5. GIO. GIROLAMO GRAPIGLIA - 6. FRANCESCO SMERALDI detto IL FRACÀ -
7. GIORGIO DE ZAN - 8. SIMONE SORELLA - 9. GUGLIELMO DE GRANDI, PAOLO
DEL PONTE - 10. FRANCESCO ZEN, G. ALVISE BOLDÙ E DANIELE BARBARO
ALESSANDRO VITTORIA
ua Alessandro Vittoria, nei suoi primi decenni di attività artistica,
forte non si occupò particolarmente dell’architettura, tanto che nei suoi
ton: testamenti del 1566 e del 1576 non fece parola di quest'arte, ma,
Mme unt: nel secondo, consigliò il nipote Vigilio Rubini «a studiar ne la scul-
Ki0lO tura et architetura, per poter servir gli miei signori e patroni con
ISOVInO, più eccelentia che non ho potuto far mi». In un altro posteriore te-
soglio pla- stamento (25 febbraio 1595), a quel medesimo nipote lascia « robbe
Iena spettanti alla professione di scultura, pittura et architettura »; e nei
strutto. successivi atti testamentarii del 22 ottobre 1597 e del 6 dicembre 1601,
ell aere non a Vigilio soltanto, ma anche agli altri nipoti, Agostino Rubini e
nelle Andrea da l’Aquila, lascia «tutte le cose pertinenti alla professione
tre tra mia di scultura, pittura et architettura ». Mentre, nel testamento
sta fian- del 6 maggio 1584, esprime la volontà che, sul suo disegno, « Fran-
1 teste cesco di Bernardin intagliator et architetto » gli eseguisca la sepol-
chi. Così tura, più tardi la eseguì da sè con i suoi aiuti a Santo Zaccaria, e,
trionfo sotto le figure muliebri che l’adornano, appose i nomi di battesimo
SUVLTURA., PITTVRA e ARCHITETTURA. Alessandro Vittoria,
cormie Michelangelo, avrebbe voluto abbracciare le tre arti sorelle,
ma nulla è noto della sua operosità di pittore, ben poco di quella
d’architetto. Decoratore, adornò di stucchi bianchi e aurei la Scala
della Libreria, la Scala d’Oro e la vòlta del presbiterio di San Gio-
vanni in Bragora; architetto, costruì la porta d’entrata alla Libre-
ria. con le due colossali cariatidi, i due feminoni (1553-1555), e quella
LIL.
Ti